“Tagliando fuori dai finanziamenti testate che hanno una presenza capillare di cronisti sul territorio (ma non una sede legale) e ‘regalando’ senza vincoli un bonus di 10 milioni a editori che hanno fatto della macelleria sociale l’unico strumento di soluzione dei problemi posti dalla crisi, la delibera della Giunta regionale a favore dell’editoria inaugura in Sicilia una stagione di giornalismo senza tutele e persino di giornali senza giornalisti, sostituendo di fatto la mediazione professionale dell’informazione con la logica delle ‘veline’ e dei ‘copia e incolla’”.
Lo sostiene il gruppo siciliano dell’Unci secondo cui “la questione editoria in Sicilia è diventata una questione di democrazia, con il rischio sempre più concreto che il sistema dell’informazione, già abbondantemente penalizzato da svariate ragioni, tra cui una ridotta agibilità professionale dei cronisti, con quei dieci milioni di euro si trasformi definitivamente in una cinghia di trasmissione di notizie utili solo a chi governa”.
Per questo l’Unci “fa appello alle forze politiche perché quella delibera venga modificata vincolandola a criteri di salvaguardia dei livelli professionali e occupazionali delle redazioni”.
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