Società

Centenario della nascita di Gianni Rodari: “il cielo è di tutti”

Cento anni della nascita di Giovanni Rodari, cosi vogliamo omaggiarlo ricordando alcuni passaggi salienti del suo lavoro, di scrittore, narratore giornalista. Attento osservatore dell’infanzia , è entrato nelle pieghe e piaghe della società come testimone e mentore, offrendo importanti spunti di riflessione sull’idea che l’uomo si costruisce partendo dal bambino, bisogna fare di ognuno una individualità, un’intellettuale , un creativo comunque sia un uomo libero, partendo da ciò che più difficile si presenta nel suo cammino, ossia l’educare a ciò che non è facile, è dalle cose difficili che bisogna partire e cosi facendo la mente e l’azione si alleneranno sviluppando la creatività, che è l’arte del saper risolvere le cose ed inventarsene altre, o guardare le cose in modo nuovo. Un ruolo importante continua ad averlo la scuola, nella crescita e sviluppo della personalità, essa deve fondare l’istruzione non solo su schemi didattici, ma sulle domande suscitate dalla vita, spesso le più elementari e non sempre comprensibili, quelle che creano stupore come diceva anche Danilo Dolci “chissà se i pesci piangono?”.

Rodari lavorò molto sul concetto di passione, intesa come resistenza, rivolta, coraggio di sognare in grande, avere la coscienza del dovere di cambiare il mondo e non essere mediocri. Avere il coraggio di dire no quando è necessario, sebbene sarebbe più facile e comodo dire di si. Non c’è racconto o poesia da lui scritto che non sia un’occasione di profonda riflessione, immersione nella ricerca di cambiamenti nel modo di guardare le cose, come nella poesia che ha per titolo: “il cielo è di tutti” in questi versi bellissimi , Rodari scrive: “il cielo è mio quando lo guardo, è del vecchio, del bambino, del poeta e dello spazzino. Non c’è povero tanto povero, che no ne sia il padrone, il coniglio spaurito ne ha tanto quanto il leone, dunque spiegatemi scriveva Rodari in prosa ed in versetti come mai il cielo è uno solo , mentre la terra è divisa in pezzetti?”.

L’infanzia deve essere vissuta come occasione per esplorare il mondo, gli errori sono tanto importanti, quanto le cose senza errori, gli errori liberano le cose dalle gabbie in cui spesso sono imprigionate parole e pensieri. Tutto deve potere diventare occasione per guardare le cose in modo diverso , il mondo lo si può guardare sempre da diverse angolazioni, ad altezza uomo e dall’alto delle nuvole, cosi come la realtà può essere vista entrando dalla porta centrale o infilandosi negli spiragli. Conosciuto e studiato abbondantemente Rodari, rappresenta una delle figure più interessanti del modo di fare didattica e non solo, incuriosisce la sua riflessione ad ampio raggio sul concetto di crescita della persona e personalità. Abbiamo ancora tanto da imparare dai suoi lavori, le sue favole non sono state scritte solo per i bambini, ma per nutrire sempre il bambino che è ancora nell’adulto. Si ringrazia per la foto in copertina Gianni , l’uomo che suona per le nuvole e lo scatto di Biagio Marino, che ha colto un momento di luce e poesia.

Sabrina Miriana

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