Società

La tenerezza, il mondo ne ha fame scriveva Alda Merini

Ha senso oggi parlare di tenerezza? Questa sconosciuta meravigliosa parola che a sol sentirne il suono produce sensazioni piacevoli, per chi ha avuto la gioia di conoscerne il profumo ed il sapore.
La tenerezza non conosce età, è una di quelle meravigliose sensazioni che carezzano l’anima come vento leggero, capace di fare stare bene, dona leggerezza, serenità, tutti ne ricerchiamo un po’ nella vita come sollievo dalle brutture dell’esistenza, come quella cioccolata calda e il plaid in inverno quando sentiamo bisogno di qualche coccola, per non parlare dei baci e abbracci o gentili parole nei momenti di tristezza
Quando siamo piccini è facile conoscerla, riusciamo a catturare l’attenzione di chi si prende cura di noi per il nostro essere fragili, indifesi, poi subentrano altre forme di tenerezza, che tuttavia si trasformano nel tempo e trovano altri canali di espressione.
La tenerezza è un balsamo, è un vuoto che si riempie di dolcezza, una mano che rende più leggera il peso dell’esistenza.
Qualunque gesto di tenerezza fa bene sia a chi lo riceve, sia a chi lo dona.
In una dimensione umana sempre più segnata dal narcisismo, l’indifferenza sembra strano parlarne, ed invece dobbiamo continuare a farlo perchè non si perda questa sensazione bellissima .
La tenerezza è una qualità tipicamente umana, chi non prova tenerezza non è capace di meravigliarsi, commuoversi, è l’unico antidoto alle pulsioni negative dell’animo umano, la tenerezza non è la virtù del debole, ma al contrario denota fortezza d’animo e capacità di apertura all’altro.
Dobbiamo rieducare il mondo alla tenerezza, il mondo ne ha fame scriveva Alda Merini nel suo bellissimo L’altra verità. diario di una diversa, una testimonianza della sua permanenza in manicomio in cui la poetessa racconta i momenti più forti da lei, li vissuti , fatti di sguardi tenebrosi della malattia mentale, gli odori forti della sporcizia, la violenza fisica e verbale, gli unici attimi di tenerezza, li vive insieme ad un’altro ricoverato in un’effusione di baci nascosti e nell’atto di un medico che comprende i disagi della donna, il suo bisogno di raccontarsi e le regala una macchina da scrivere sollecitandola ad usarla per potersi raccontare.
Con quel gesto insolito, il medico attiva in parte un processo di guarigione , apre una breccia nel cuore della donna che raccoglie quell’atto di tenerezza e gentilezza e ne fa tesoro, nel suo libro si legge: “abbiamo fame di tenerezza, in un mondo dove tutto abbonda, ma siamo poveri di questo sentimento che è come una carezza per il nostro cuore, abbiamo bisogno di piccoli gesti che ci facciano stare bene”.
La poetessa si aggrapperà alla scrittura per non morire., la tenerezza del suo medico e l’empatia faranno la differenza.
In questo libro dal retrogusto dantesco in alcune sue parti, riuscirà a farci intravedere la meraviglia della sorpresa , questo libro autobiografico è un inno alla vita, la ricerca di chi vuole trovare la vita anche dentro l’oscurità, di chi provava a cercare nonostante tutto di innamorarsi e a sperare sempre in qualcosa di bello.
Spesso la vita ci delude, ma dobbiamo essere più forti degli schiaffi che riceviamo, nutrire la tenerezza ed atti di gentilezza è come crearsi un serbatoio di zucchero da cui poter attingere tutte le volte in cui ne abbiamo bisogno, esattamente come quella zolletta di zucchero sospesa nel bellissimo dipinto della pittrice Daniela Balsamo, famosa per l’attenzione che rivolge nei suoi dipinti agli oggetti antichi che nascondono tante storie e al simbolismo dei suoi lavori, la ringraziamo per averci permesso di utilizzare l’immagine in copertina.
La tenerezza è un amore disinteressato e generoso, che non chiede altro di essere compreso ed apprezzato”.
Anche papa Francesco ha iniziato il suo pontificato ricordandoci nelle sue omelie più di una volta il potere della misericordia e della tenerezza,
i gesti di tenerezza possono essere tanti il più bello resta l’incontro degli sguardi che qualcuno ha scritto possono farsi carne ed unire più degli abbracci.
Rieduchiamoci alla bellezza della tenerezza, educhiamo i nostri ragazzi a conoscerla e riconoscerla, avremmo fatto un grande servigio all’umanità.

Sabrina Miriana

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