“Interessante quest’iniziativa. Spero possa servire a tracciare un quadro della situazione e possa aiutare chi dovrà prendere delle decisioni per il prossimo anno scolastico. Grazie”.

  Così la mamma di un bambino  di  IV elementare di un Istituto Comprensivo delle alte Madonie sull’indagine conoscitiva – promossa, con il benestare dei Dirigenti scolastici,  dagli operatori dell’ Educazione alla salute e dei Consultori familiari – che li ha visti partecipi alla fine dell’A.S. 2019-20. L’indagine ha interessato poco meno di 80 genitori di bambini delle 2^  (di due  3^)  e 4^ elementari, pari a circa il 10% del totale della popolazione scolastica della primaria.

Il campione non può rappresentare tutta la scuola primaria, ma esprime l’opinione e il ‘sentire’ di una fetta significativa di genitori , pur sempre indicativo di uan tendenza presente nella popolazione scolastica.

Ci piace iniziare con l’opinione di questa mamma,  in quanto lo stato d’animo dei bambini in tempo di pandemia non può che prendere le mosse dallo sguardo dei genitori che con i loro figli hanno vissuto questa esperienza totalizzante.

A coloro  che hanno partecipato compilando il questionario, alcuni superando difficoltà di tipo  tecnico  altri il  timore di esporsi con giudizi critici,  affermando il diritto di esprimere la propria opinione e/o di condividere un ‘emozione, va il nostro  sentito ringraziamento.

Le riflessioni che seguiranno sono state formulate con il pensiero rivolto ai genitori che durante il confinamento hanno svolto un compito difficile a supporto dei loro figli ‘alunni in casa’ e al compito  gravoso che li aspetta per l’anno scolastico appena iniziato.

I genitori dei bambini delle primarie degli I.C. delle alte Madonie hanno vissuto il tempo del confinamento con fiducia, tristezza e paura e, in numero minore, con  rabbia , con fatica e con curiosità ,

Sulle conseguenze che la pandemia avrà sulla loro famiglia il 70% circa si sente abbastanza/molto preoccupato/a , oltre un quarto poco/per niente preoccupato/a  e un genitore ha dichiarato di sentirsi fiducioso/a.   Il livello di preoccupazione in media è maggiore tra i genitori dei bambini più piccoli rispetto a quelli dei bambini più grandicelli.

Possiamo ragionevolmente ipotizzare che le preoccupazioni erano riferite prevalentemente alla salute, ad eventuali problemi economici e alla gestione dei figli per il nuovo anno scolastico, così come possiamo affermare che lo stato emotivo dei genitori in emergenza si riflette direttamente su quello dei loro figli.

Peraltro la  recente indagine di Good save the children evidenzia che ad anno scolastico avviato sette genitori su dieci sono preoccupati  della sostenibilità dell’anno scolastico, sia da un punto di vista sanitario che economico (minor reddito disponibile da parte delle famiglie).

Poco più della metà dei bambini durante il confinamento, secondo i genitori , hanno manifestato  capacità di adattamento e  alcuni sono apparsi più tranquilli e riflessivi.

L’altra metà, agli occhi dei genitori, di contro, hanno reagito in modo più disfunzionale, ora con l’essere più svogliati nei giochi, nei compiti, ecc. ora con  maggiore intolleranza alle regole, con capricci, ecc.  e, in misura minore, quantificabile in un quarto circa del totale, con ‘sintomi’ quali problemi del sonno, chiedere di dormire nel letto dei genitori, mal di testa, pianto e manifestare paure che prima non aveva.

Dalle poche informazioni che abbiamo sul modo in cui i bambini con handicap hanno vissuto il periodo, sembra che l’impegno dei genitori e il lavoro di ‘inclusione a distanza’ operato dagli insegnanti,abbiano garantito una discreta qualità della vita  a questi bambini che più degli altri necessitano delle interazioni in presenza.

Sul versante ‘stile di vita’ meno della metà dei bambini ha avuto una vita  sedentaria, con poco movimento,  e ha trascorso buona parte della giornata in pigiama, con poca voglia di fare, questi comportamenti hanno interessato in numero maggiore i bambini più piccoli (2^-3^ classi) rispetto a quelli più grandicelli (4^ classi).

Di converso, il numero (oltre il 45% in media nei due gruppi) di bambini  che ha avuto uno stile alimentare disordinato è stato maggiore tra quelli più grandi.Mentre il 17% in media dei due gruppi, stando a quanto hanno dichiarato i genitori, ha mangiato lentamente, rilassato e seduto in modo corretto, solo il 5% in media del totale ha saltato la colazione.

Per grandi linee, i genitori  hanno messo in campo una “resistenza educativa familiare” –  va detto, con  fatica, rabbia e difficoltà a reggere  i rtitmi imposti dalla didattica a distanza –   utile nel periodo del confinamento e preziosa  per affrontare l’anno scolastico appena avviato.

I bambini hanno tenuto testa a una delle prove più difficili della loro vita,  grazie al supporto dei genitori che hanno saputo, in misure differenti gli uni dagli altri, tenere a bada la propria ansia, resistire e reagire positivamente a questo evento  stressante e imprevedibile.

Rimane in sospeso la domanda: quanto tempo  reggerebbero i bambini, a partire da quelli più fragili,  con le modalità e i ritmi sperimentati durante il confinamento,   qualora si imponesse di nuovo l’esigenza di restare a casa per un periodo  relativamente lungo?

Non possiamo non sottolineare che la breve ma intensa esperienza ha insegnato che occorre fare un uso più moderato e modulato della didattica a distanza, tener maggiormente conto dei bisogni dei bambini più fragili, dei bisogni di quelle famiglie con due o più bambini piccoli e delle esigenze lavorative proprie di alcuni genitori.

I giudizi dei genitori sulla didattica a distanza e sulla scuola

Le  attese dei genitori e i desideri dei bambini per il nuovo anno scolastico

La Didattica a distanza secondo i genitori, coinvolti in prima persona, per la stragrande maggioranza è stata poco/per niente vantaggiosa per imparare, (parecchi ne hanno sottolineato l’immane fatica per loro e per i bambini), mentre per oltre un terzo di loro è stata abbastanza/molto vantaggiosa per imparare. I giudizi negativi  sono stati espressi da un numero maggiore di genitori del gruppo dei bambini più piccoli rispetto a quelli dei più grandicelli.

Le difficoltà più frequenti sono state  conciliare l’attività scolastica con gli impegni di lavoro, i troppi compiti e le troppe attività messe in campo dagli insegnanti, la scarsa connessione a internet o la scarsa (o mancanza)  dei dispositivi digitali.

Meno di un terzo del totale, con prevalenza dei genitori dei bambini più grandi,  ha dichiarato di non avere avuto difficoltà, probabilmente coincidenti con coloro che hanno espresso un giudizio più favorevole sulla D.a.D. .

Il giudizio dei genitori verso la scuola per il modo in cui ha gestito il periodo di confinamento e la D.a.D. è  prevalentemente positivo (abbastanza/molto soddisfatto/a) , un quinto circa  è  poco/per niente soddisfatto/a  a causa di difficoltà varie tra cui la gestione della D.a.D, e il loro obbligato coinvolgimento, complicato nei casi di due o più bambini in famiglia o poco compatibile con gli impegni di lavoro. Per una  quota non trascurabile che non ha risposto alla domanda, si può ragionevolmente ipotizzare che il giudizio verso la scuola sia abbastanza critico.

Questo dato racconta che vi è un legame forte fra la famiglia e la scuola che deve essere esteso  anche a quelle famiglie che hanno espresso bsiogni specifici e giudizi critici nei confronti dell’attività scolastica a distanza.

Per il nuovo anno scolastico,  oltre il 40% dei genitori vorrebbe si ritornasse a scuola con cambiamenti e innovazioni (es. didattica all’aperto, ecc.) , una quota leggermente inferiore vorrebbe si ritornasse a scuola in sicurezza, ma senza nessun cambiamento” , una modesta quota vorrebbe si ritornasse a scuola , in parte fisicamente, in parte con la D.a.D.  e, trasversalmente,  un quinto circa vorrebbe si ritornasse a scuola con  maggiore attenzione al benessere emotivo di insegnanti e alunni.

In sintesi, da parte delle famiglie emerge una domanda generalizzata di ritorno a scuola in presenza e  in sicurezza , con una maggioranza che suggerisce l’introduzione di cambiamenti e innovazioni, idee che meritano di essere vagliate ed eventualmente raccolte, e un’altra imponente quota che vuole mantenere l’assetto esistente prima del covid-19.

Non può essere trascurato il numero di genitori che hanno posto l’accento sull’importanza del benessere

emotivo di insegnanti e alunni e quindi sulle relazioni e sul clima emotivo nel gruppo-classe, basilari, aggiungiamo noi, per favorire l’apprendimento e l’educazione dei bambini.

PER IL/LA BAMBINO/A

Esprimi uno o più pensierini o realizza un disegno o una storiella o un fumetto su ciò che vorresti dalla tua scuola per il nuovo anno scolastico

A questo stimolo  i bambini aiutati dai genitori  hanno  prodotto tanti bei disegni e pensieri accomunati dal forte desiderio di ritornare a scuola in presenza;  un/a bambino/a di   Polizzi ha così espresso i suoi desideri per il nuovo anno scolastico mentre uno/a bambino/a di  Geraci S. ha formulato i seguenti pensierini,  entrambi desiderano una scuola dove si apprende in allegria e si sta bene gli uni con gli altri.

E per l’anno scolastico appena iniziato?

Ai genitori che hanno avuto la pazienza di arrivare in fondo a questo articolo ci permettiamo di  offrire loro qualche suggerimento (che con molta probabilità già mettono in pratica) per l’anno scolastico ain corso.

1. I bambini vanno rassicurati, non spaventati! Cercate di non drammatizzare, in una situazione di

   incertezza come quella che stiamo vivendo,  per i bambini servono certezze fatte di abitudini

   consolidate, piccole ritualità quotidiane, gesti affettuosi.                                 

  Orari-rituali-regole,  ma anche i giochi , persino quelli di cui conoscono il finale, (es. Il gioco del

  nascondino),  sono importanti per la sicurezza emotiva dei bambini e, ovviamente, per la loro

  crescita.

  L’uso della mascherina, il distanziamento, il lavaggio delle mani, devono diventare automatismi,  regole che   

  dovranno imparare con simulate in forma di gioco e con raccomandazioni persuasive.

2. Saper contenere e gestire le propria  ansia, non lasciarsi dominare dalla paura e mantenere la

    fiducia verso il futuro sono di grande aiuto per il benessere emotivo dei vostri bambini.

3. Ridurre l’esposizione ai mezzi di informazione (TV, Internet, ecc.) e dedicare più tempo alle

   relazioni familiari,  valutare il ‘pericolo covid’ con un occhio alla propria realtà locale (quanto è

   diffuso il virus nel mio territorio? Quante persone tra quelle che conosco hanno avuto il covid?,

   ecc.) piuttosto che al contesto nazionale ci aiuta ad attutire la paura e ad essere più aderenti alla

   realtà .

4. I genitori che hanno più energie emotive possono offrire in forma volontaria il loro supporto

    psicologico a quelli più fragili o a quei genitori che hanno bambini con difficoltà di vario tipo,

    perchè   è naturale che si vuole bene al/la  proprio/a  figlio/a ma la vera sfida  è quella di  voler

    bene anche ai figli degli altri perchè “il benessere emotivo di ciascun/a bambino/a è

   strettamente legato a  quello di tutti gli altri bambini del gruppo classe” .

Sul piano emotivo, suggerisce la psicologa Brunella Gasperini,  occorre innanzitutto prendersi cura di sé per potersi prendere cura dei propri figli, un pò di ansia può essere da stimolo ma l’agitazione e la paura non aiutano. Non si puo’ proteggere emotivamente il/la  proprio/a bambino/a con un “va tutto bene” se siamo agitati o impauriti, piuttosto servono le parole adatte per fargli capire che ci sono delle difficoltà,  parole che lo aiutino ad uscire gradualmente  dal tunnel.

Spesso attribuiamo ai bambini paure o difficoltà che invece appartengono a noi, se li sentiamo strani piuttosto che  indagare è meglio un abbraccio , una carezza   o parole rassicuranti.

Oggi, conclude la psicologa, in tempo di pandemia che limita/impedisce il contatto fisico dobbiamo insegnare loro ad usare i gesti, le parole e il tono della voce per scambiarsi ‘abbracci’, ‘carezze’ e ‘baci’.

In conclusione, voi genitori avete mostrato una  “resistenza educativa familiare” davvero

importante che non va dispersa e che lascia ben sperare per l’anno in corso.

Il mutuo-aiuto fra genitori,   i supporti economici  per i più deboli (la dotazione di dispositivi digitali ne è un piccolo esempio),   le  certezze nell’organizzazione del nuovo anno scolastico che i singoli istituti hanno già approntato,  l’attenzione ai bisogni dei bambini più fragili, sono alcuni elementi utili a potenziare ed estendere la resistenza educativa delle famiglie.

L’esperienza della pandemia ha insegnato, innanzitutto,  l’importanza della  cooperazione nella lotta al virus,  ciò, come molti di voi hanno auspicato, potrebbe portare a  una ‘nuova alleanza fra scuola e famiglia’ che, nel rispetto della mutua autonomia,  possa potenziare  quella fiducia reciproca fra insegnanti e genitori essenziale all’apprendimento e al  benessere emotivo dei bambini.

Dott. Mario Brucato

Sociologo Distretto 35 -Area Educazione alla Salute

ASP Palermo