Oggi più che mai si ha l’esigenza di poter avere una badante, uomo o donna che sia, per poter accudire in casa i nostri anziani e disabili, tranne chi decide di affidarli alle tante case di riposo esistenti sulle Madonie.

Per trovare una badante, bisogna affidarsi spesso al passaparola, non esiste una struttura di carattere pubblico che garantisca la ricerca di questo tipo di servizio. Purtroppo, molto spesso si hanno esperienze deleterie che sfociano addirittura in episodi criminali di violenza, furto e maltrattamento. Ovviamente ci sono anche tanti operatori e tante operatrici onesti che prendono a cuore ogni caso in cui vengono chiamati a collaborare. Gli abitanti della provincia e, in misura maggiore, gli abitanti delle aree interne, sono maggiormente penalizzati nella ricerca di personale di assistenza, in special modo le figure di colf/badanti H24. Queste mansioni, infatti, vengono spesso svolte da lavoratori e lavoratrici stranieri che sono sempre più restii a spostarsi dai grandi centri cittadini. E’ quanto è successo ad un giovane petralese, Giuseppe Dino, il quale ha cercato per mesi una badante per la mamma costretta alla sedie a rotelle dopo un intervento e disabile al 100%. Si è pure rivolto all’ufficio di collocamento, il Cpi di Petralia Soprana, per aprire un’offerta di lavoro per badante, ma la risposta è stata “non svolgiamo questo tipo di servizio” e replicando successivamente che esiste per questo e altro, la piattaforma Silav. Dopo questa esperienza si è rivolto ufficialmente all’assessorato regionale competente ma, ad oggi, non ha ricevuto alcuna risposta sebbene siano abbondantemente trascorsi i trenta giorni lavorativi entro i quali, per legge, l’Ente dovrebbe pronunciarsi in merito alle richieste dei cittadini. Giuseppe non si è fermato e ha contattato cooperative che operano nel settore, molte hanno risposto di non aver personale disposto a spostarsi sulle Madonie, altri hanno presentato preventivi con cifre sconcertanti che superano i 5000€ mensili

“Purtroppo il mondo dell’assistenza-continua Giuseppe Dino- ha delle falle enormi ma, incredibilmente, invisibili. Non è solo la mia condizione ma quella di migliaia di persone in stato di bisogno. Come sempre gli Enti, la Regione nella fattispecie, si dimostrano sempre dolosamente muti, sordi e ciechi. Le categorie svantaggiate dovrebbero essere le più tutelate ma, alla luce di queste esperienze, sorge l’indignazione e lo sconcerto.

 Sappiamo di lottare una sfida persa contro i mulini a vento ma è necessario almeno parlarne, cercando di perdere ma evitando di soccombere.

“…che sempre l’ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte…”