“Gli incendi che hanno devastato la nostra isola-scrive Aurelio  Virgilio Sanguinetti-hanno fatto arrabbiare in molti, ma sono poche le persone che dispongono dati alla mano della consapevolezza generale di questo fenomeno.

Per questo riassumiamo alcuni dati finora disponibili e vi pregherei di leggere per interezza il post, sicuro che se vi interessa l’argomento avreste anche la voglia di condividerlo.”

1) Numero dei forestali siciliani.

Tra determinati e indeterminati, secondo i numeri del Mippaf, siamo di fronte a 22.226 unità, pari a circa il 50% di quanto registrato in totale in tutta Italia, dove complessivamente gli operai forestali sono 47.313. Andando in dettaglio, ci sono 1.331 operai a tempo indeterminato e 20.895 a tempo determinato, tra questi appunto coloro che lavoro 151, 101 e 68 giornate annue.

In pratica abbiamo 1 FORESTALE per 17 ETTARI DI BOSCO.

Tutto il mondo ci invidia questo record.

2) Numero di incendi.

La Sicilia, pur avendo in ogni caso il più elevato numero di operai forestali d’Italia, nel 2017, ha fatto registrare la più elevata superficie percorsa dal fuoco (34.221 ettari tra boscata e non boscata, pari al 21% del totale nazionale) e un numero di incendi (1.113) che la colloca sul podio nazionale.

Questa estate invece (2020) ci sono stati più di 9000 (!!!) interventi per spegnere gli incendi boschivi, fino al 3 agosto. Credo che negli ultimi giorni abbiamo effettuato un nuovo record. (https://qds.it/in-sicilia-22mila-operai-forestali-meta-di-tutta-italia-uno-ogni-17-ettari-di-bosco-ogni-1-600-in-lombardia/?refresh_ce)

3) La prevenzione 2020

E’ stato accertato che a causa delle restrizioni indotte dalla pandemia, quest’anno molti progetti di prevenzione degli incendi non sono stati effettuati in maniera adeguata. Come afferma il presidente di

Legambiente Sicilia

Gianfranco Zanna, è assurdo che le squadre che vengono attivate per la prevenzione siano state attivate il 15 giugno, rendendo la prevenzione semplicemente inesistente. (https://qds.it/sicilia-a-fuoco-cronaca-di-un-disastro-annunciato-scarsa-prevenzione-isola-preda-di-incuria-e-piromani/?refresh_ce ).

4) I Canadair

Lo stato italiano è fra i più virtuosi relativamente al possesso dei Canadair. Nessuno in Europa possiede più di 16 canadair ed in effetti la nostra flotta aerea è la più grande.

C’è però un problema.

Seppur di proprietà dello stato, questi mezzi vengono gestiti da una multinazionale londinese e l’economia che gira attorno alla gestione e alle spese di questa flotta è a netto vantaggio della compagnia, come ben descritto nel servizio di

Report

.

(https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Chi-gioca-col-fuoco-5285d79b-6bcb-4a54-846b-bcc8f734a51b.html )

Questa economia è un’altra fonte di mercato che gira attorno agli incendi.

Inoltre in sicilia sono presenti moltissimi mezzi privati, chiamati ad arginare gli incendi, come da foto di copertina del post.

5) I casi limite

Negli ultimi anni si sono susseguiti molteplici arresti da parte di operatori stagionali della forestale siciliana e di pompieri volontari. Sono ovviamente dei casi limite e non rappresentano la loro categoria. Ma considerando che questi eventi tendono a ripetersi e che in totale si parla di decine di migliaiai di persone potenzialmente poste sotto il ricatto del ritardo degli stipendi, sempre più ci si interroga se non bisognerebbe introdurre una vigilanza del loro operato e una task force che indaghi sul territorio.

https://www.lasicilia.it/news/cronaca/231343/incendi-dolosi-a-monreale-arrestati-operaio-forestale-antincendio-e-il-figlio.html

6) I potenziali esperti

A Palermo, come a Messina e Catania, esistono migliaia di persone che negli ultimi 30 anni si sono distinti e laureati nei corsi di Scienze Tecnologie Forestali Agroambientali e Scienze Naturali

, Scienze Ambientali e Biologia ambientale. Ora sembra logico che almeno uno di queste migliaia di laureati – fra cui fa parte il sottoscritto – sia stato assunto dalla Regione come Operatore forestale o abbia collaborato con questa per progetti di riforestazione, messa in sicurezza dei boschi, riqualificazione ambientale.

La verità purtroppo non è così. Come testimonia Giuseppe Barbera, professore universitario di Palermo, ciò non è avvenuto.

I forestali siciliani restano per la maggior parte dei tecnici non laureati in questi campi ed in generale non sono proprio degli “esperti” che hanno studiato le problematiche ambientali o che sanno gestire il territorio.

I laureati intanto o sono emigrati o hanno scelto altre proposte di lavoro non inerenti al loro campo di studi.

7) Ettari di bosco

La Sicilia dispone di 381.647 ettari di foresta o bosco. Non molto, rispetto alle sue dimensioni o agli ettari di bosco di altre regione presenti in Italia. Infatti siamo fanalino di coda per copertura vegetale.

Non per questo però la nostra isola non merita le più intense attenzioni.

La Sicilia a parità di dimensione con regioni dalle dimensioni simili, come la Lombardia o l’Emilia, presenta un numero di ecosistemi maggiore. Presenta un elevatissimo numero di specie botaniche, di cui il 10% è da considerarsi endemica esclusiva. Rimane uno dei principali corridoi per l’avifauna europea per raggiungere l’Africa e nel suo territoio sono presenti un elevato numero di specie animali.

La perdita di un bosco o di una gariga mediterranea equivale alla perdita di biodiversità maggiore, rispetto all’incendio di un bosco riforestato padano. Questo perché le condizioni di naturalità sono migliori e sono presenti molti più organismi sensibili all’estinzione rispetto al nord italia.

8)Aree protette

La Sicilia dispone di un numero superiore di riserve e parchi regionali rispetto alla media italiana. Questo perché gli ambienti da proteggere sono così importanti e diversi tra di loro che dalla fine degli anni 80 ad oggi ciascun governo regionale – tranne quello attuale e quello precedente- ha puntato alla istituzione di almeno una riserva o un Parco regionale. Ovviamente la semplice istituzione di una riserva non basta e oggi ci si concentra per il miglioramento delle condizioni ambientali. https://www.legambienteriserve.it/le-aree-protette-siciliane/

9) Il vecchio classico

Semplicemente la Mafia dei pascoli, la mafia che vuole spingere le istituzione a cedere alcune fette di mercato e di potere, esiste ancora!

Dal mondo sommerso delle discariche abusive, alla costruzione di pale eoliche, sono state diverse le attività che hanno spinto i deliquenti a favorire gli incendi. Molti casi ormai sono casi studio. https://www.repubblica.it/politica/2017/07/19/news/se_l_italia_brucia_per_fare_spazio_ai_nuovi_affari_della_criminalita_-171106337/

Potete ben capire che la situazione è molto complessa e che non basta sentire le lamentele di chi afferma che si è fatto tutto il possibile per contrastare gli incendi. Poiché al momento non sembra molto vero. Questo non è il migliore mondo fra quelli possibili e si può fare molto di più per limitare questi fenomeni, arrestare i colpevoli e attuare politiche lungimiranti sulla tutela del territorio. Per far questo però bisogna attuare delle scelte non molto ben viste da alcune porzioni della popolazione. AS