“Le Zone franche montane possono rappresentare un freno alla desertificazione di alcuni territori, alle prese con la fuga degli abitanti e delle imprese verso le grandi città”. Questa la posizione dell’Asael, associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani, che con il suo presidente, Matteo Cocchiara, ha partecipato al convegno di Randazzo (Catania) denominato ‘Zone franche montane in Sicilia & Diritto di residenza’.
“Lo spopolamento dei territori e l’abbandono delle attività economiche, che affliggono quasi un terzo dei Comuni siciliani, si possono combattere con politiche che favoriscano e agevolino le imprese – ha sottolineato Cocchiara -. Solo in questo modo gli amministratori di quei territori possono ormai dare un senso al proprio ruolo istituzionale e di rappresentanza degli interessi legittimi e delle aspirazioni delle popolazioni amministrate”. Il presidente dell’Asael ha assicurato la collaborazione dell’associazione “nel chiedere a Stato e Regione di istituire le Zone franche montane, strumento per un rilancio socio-economico strutturale – ha ricordato Cocchiara – che di certo andrà oltre gli attuali interventi, promessi e in parte anticipati, dalle due amministrazioni”. Per Cocchiara la soluzione delle Zfm “rappresenta un indispensabile strumento al fine di promuovere la fiscalità di vantaggio nelle aree interessate e risollevare così l’economia dell’entroterra siciliano”. Da qui anche il sostegno affinché il Parlamento nazionale “vari urgentemente l’intervento legislativo richiesto dalla Sicilia con la ‘legge voto’ approvata dall’Ars nel dicembre scorso: darebbe una scossa importante – ha concluso Cocchiara – alla rinascita delle comunità montane e alla risoluzione dei problemi di finanza locale con cui devono fare i conti molti amministratori locali”.
L’Asael ha infine accolto l’appello giunto dal senatore Luciano D’Alfonso, presidente della commissione Finanze e tesoro di Palazzo Madama, che nell’annunciare il proprio impegno a licenziare favorevolmente il provvedimento legislativo richiesto dall’Ars ha sottolineato l’importanza del compito degli amministratori locali di quei territori affinché “chiedano da oggi alle forze produttive e ai giovani di restare in quelle realtà”. Ciò al fine di evitare che una volta promulgata la legge in favore delle Zone franche montane la stessa non possa essere attuata per la mancanza dei soggetti destinatari delle agevolazioni.