Vi è una differenza sostanziale se si parla di memoria o di memoriale. Mentre la prima ha una funzione tipicamente rappresentativa, la seconda riveste un significato ben preciso: fare rivivere al soggetto lo stesso sussulto, le stesse sensazioni ed emozioni nel rievocare un’immagine o una vicenda realmente accaduta.
La vera tradizione è memoriale di sentimento, è il rituale del passaggio generazionale, di custodia di un lignaggio culturale che va anche al di là dell’appartenenza geografica o genetica.
Ogni anno a Petralia Sottana si fa memoriale di un sentimento preziosissimo, rivestito di folklore. Non folklorismo, del quale siamo ampiamente inondati, ma vera comunicazione che utilizza il medium di un rito ben preciso e definito: l’Antico Corteo Nuziale e il Ballo Pantomima della Cordella.


Quest’anno le tragiche circostanze legate alla pandemia mondiale hanno costretto la macchina organizzativa a ridurre all’osso la manifestazione, ciò non ha comunque stravolto il modo di vivere il rituale e il suo significato. Data l’ eccezionalità, le figure degli sposi, personaggi rappresentativi dell’intero evento, non sono stati scelti fra i componenti del gruppo come è d’uopo ormai da qualche decennio. L’onore è dunque ricaduto su persone esterne che, nelle passate edizioni, hanno coadiuvato il gruppo organizzatore per la buona riuscita della manifestazione.
Vogliamo dunque ringraziare di cuore tutta l’Associazione Ballo Pantomima della Cordella, dal più giovane al più anziano componente, per aver voluto ripetere il rito memoriale e, soprattutto, per averci regalato la possibilità di vivere da protagonisti questi momenti che non dimenticheremo mai e che riporteremo alla mente durante le future edizioni.

L’essere parte di qualcosa così prezioso e rappresentativo, il risuonare dei tamburelli tra i mille colori dei nastri “annacati” dalla calura estiva, il vestire gli abiti riccamente lavorati guardando Petralia e le nostre montagne dall’usuale cornice rimarranno, senza dubbio un ricordo che si è scolpito a fuoco nella nostra memoria emotiva.
Vi auguriamo di continuare sempre sulla scia della custodia del rito e del rinnovamento del sentimento, grazie di cuore per l’impegno sociale e culturale profuso. Le circostanze storiche sono dure, non viviamo di certo un periodo aureo ma questo ci aiuta a guardare negli occhi la realtà senza cullarci con le illusioni artefatte che, nei decenni trascorsi, ci hanno lasciati senza eredità sociale, culturale ed economica.
Grazie ancora, di cuore.

Giuseppe Dino ed Emanuela Librizzi con foto di Erica La Placa