Lei è originara di Gangi anche se è nata a Petralia Sottana nel 1990

• Mar.Ord. Stefania Forestieri quando e per quale motivo ha deciso di entrate nell’Esercito?

Sono entrata nell’Esercito nel marzo 2010. Alle superiori ero affascinata dall’uniforme, dal mondo militare, dai suoi valori. Sono entrata in contatto con il mondo dell’Esercito durante delle sessioni di Info team, prima a scuola e poi in uno stand informativo dell’Esercito a Palermo. Ho capito che era quella la mia strada e mi sono subito adoperata per entrare in questo mondo.

• Quando invece ha capito che l’Aviazione sarebbe stata la sua strada?

Il mondo dell’Aviazione ha sempre avuto un grande fascino per me. Ma il primo contatto reale è stato durante un’esercitazione di elisbarchi vicino Torino, a Pinerolo, nel 2010. È stata proprio in quella occasione in cui ho fatto il mio primo volo su un elicottero militare, un AB-205. Il volo sul fiume Chisone è stata la scintilla che ha acceso in me la voglia di diventare pilota militare.

• Che ruolo ha avuto la famiglia nelle sue scelte?

Inizialmente non erano molto convinti della mia scelta. Provengo da un piccolo paese della Sicilia, dove, a quei tempi, non era ancora molto pubblicizzata la figura professionale del militare. Ma con il tempo, e vedendo la mia soddisfazione per quello che faccio e i risultati conseguiti, non hanno potuto far altro che ricredersi ed essere orgogliosi di me.

Mar. Ord. Stefania Forestieri

• Parliamo dell’iter che l’ha portata a diventare pilota di elicottero.

Tutto è iniziato nei primi mesi del mio arruolamento. Dopo l’esperienza di Pinerolo, ho capito che quella era la mia strada. Inizialmente ero un po’ titubante, perché comunque il numero di posti riservato ai piloti è molto esiguo. Io, al tempo, ero un volontario in ferma prefissata e il ruolo di pilota era solo riservato ai Sottufficiali ed agli Ufficiali. Ho deciso quindi di partecipare al concorso per Sottufficiali prima e durante il triennio formativo presso la Scuola Sottufficiali dell’Esercito Italiano, ho partecipato al concorso per il reclutamento di Piloti Osservatori dell’Esercito. Superate le prove e selezioni, ho aspettato il 2016 per iniziare l’iter previsto, iniziando con il corso di Sopravvivenza. Nel febbraio 2017 c’è stato il mio primo volo presso il 72° Stormo dell’Aeronautica militare di Frosinone e, nel luglio 2019, dopo una serie di passaggi macchina, sono diventata un Pilota Operativo su UH-90.

• Quali difficoltà ha incontrato durante l’addestramento e che peso hanno avuto a livello motivazionale?
L’iter formativo per diventare Pilota militare è molto lungo e difficile. Richiede tanta preparazione teorica, fisica e mentale. Tante sono state le volte in cui credevo di non farcela, ma la grinta, la determinazione e la voglia di raggiungere l’obiettivo prefissato, hanno avuto la meglio e mi hanno permesso di diventare quello che sono oggi: un Pilota militare.

• Mar.Ord. Stefania Forestieri ci racconti un aneddoto che ricorda con particolare piacere durante l’iter addestrativo

Ci sono stati tanti momenti che ricordo veramente con piacere, tante le soddisfazioni. Sicuramente il primo momento che mi ha segnata come Pilota è stata la cosiddetta “solista”. Praticamente, dopo 20 ore di volo su elicottero, devi affrontare il primo volo da solo e senza istruttore. È un passo importante. Venti ore ti sembrano veramente poche. Lo ricordo come il volo più silenzioso in assoluto, non senti la voce dell’istruttore che ti da correzioni, un silenzio quasi assordante. Ed è proprio quando atterri, e poggi i pattini per terra, che capisci di essere riuscita nell’impresa, la consapevolezza di essere solo tu e il “tuo” elicottero. È da li che inizia la tua vita da Pilota.

• L’Aviazione dell’Esercito ha nel proprio organico altre donne pilota; questo, cosa ha rappresentato per Lei?

Al momento, nell’Esercito Italiano ci sono solo 4 donne pilota. Sicuramente sono state fonte di ispirazione per me. Vederle in tuta da volo, vicino ai loro elicotteri o aerei, hanno ispirato in me una gran voglia di esserci anche io; sono state un punto di riferimento. Ho tanta ammirazione nei loro confronti. Sono sicura che nel prossimo futuro ci saranno sempre più donne che decideranno di avvicinarsi a questo stupendo mondo.

• Quali pensa siano i suoi punti di forza e su quali aspetti ritiene ci sia ancora da migliorare?

Sono una persona molto determinata, questo mi ha aiutata a raggiungere i miei obiettivi. Propositiva, in grado di cogliere sempre il meglio da qualsiasi situazione. Umile, in modo da poter trarre esperienza da tutti quelli che mi stanno intorno. Forse un po’ testarda, ma non si finisce mai di migliorare, e nel tempo si può sempre smussare il proprio carattere.

Mar. Ord. Stefania Forestieri durante attività operativa

• Il 5° “Rigel” è il suo Reggimento di appartenenza; dopo l’assegnazione al Reparto come è proseguito l’addestramento?

Dopo l’assegnazione al Reparto e dopo aver conseguito l’abilitazione su UH-90, ho immediatamente iniziato l’addestramento previsto per l’impiego dell’aeromobile. Sono tante le attività che vengono svolte, come il volo tattico, peculiarità del volo dell’Esercito Italiano, addestramento per il recupero con il verricello, attività di calata dall’elicottero in fast-rope. Attività congiunte con gli AH-129, elicottero da esplorazione e scorta dell’Aviazione dell’Esercito, con i Vigili del Fuoco e con il personale del Soccorso Alpino. Tutte attività che permettono di intervenire ed operare sia in territorio italiano sia in territorio estero.

• Recentemente si è conclusa l’Esercitazione “Kinetic” che ha rappresentato il suo esordio nell’impego operativo; cosa significa per Lei questo importante traguardo?

È stato un momento addestrativo importante che mi ha permesso di completare un iter iniziato più di un anno fa quando sono stata assegnata al 5° Reggimento AVES “Rigel”. Da quel momento è stato un crescendo di esperienze passando dalle attività addestrative di base fino a missioni operative delicate, come l’intervento di soccorso notturno sul Piancavallo nel Gennaio del 2020 o il trasporto dei dispositivi di protezione durante l’emergenza Covid-19. L’esercitazione Kinetic mi ha permesso di calarmi nella realtà dell’impiego in Teatro Operativo.

• L’UH-90 è un elicottero di nuova generazione; ci parli dell’iter addestrativo fino al raggiungimento dell’abilitazione.

L’iter è molto lungo perché comunque stiamo parlando di una macchina complessa. Prevede due blocchi principali. Una parte teorica ed una parte pratica. Nella prima fase viene introdotta la parte generale e descrittiva, la spiegazione di tutti i nuovi sistemi installati a bordo, le sue performance e le relative procedure di emergenza.
La seconda fase, quella pratica, consiste in una serie di voli, che ti permettono di entrare in sintonia con la macchina e utilizzare tutti i suoi sistemi di bordo. Questa fase viene affiancata anche al cosiddetto Part Task Trainer (PTT), il simulatore statico di tiro, che permette a terra di migliorare l’interazione con i sistemi e logica di funzionamento dell’elicottero.

• Lei è di fatto la prima donna pilota abilitata su UH-90; possiamo considerarlo un punto di partenza?

Più che un punto di partenza lo trovo un ulteriore tassello da aggiungere a quello che è stato fatto in passato. Trovo fisiologico il fatto che tra i piloti di UH-90 dell’Esercito ci sia anche una donna, era una questione di tempo. Ci saranno nel futuro tante altre donne che si avvicineranno a questo mondo e che rimpolperanno le fila dei Piloti dell’Aviazione dell’Esercito. Orgoglio quindi per me esserlo stata e felice di poter essere riferimento per chi domani sceglierà di intraprendere questo percorso.

• Cosa direbbe ad altre giovani donne desiderose di intraprendere la carriera militare?

È una carriera che ti dà immense soddisfazioni. Ti permette di fare esperienze assolutamente straordinarie e di crescere professionalmente e umanamente. Tutto questo deve essere supportato da una grande consapevolezza. Questa professione richiede tanto sacrificio e tanta preparazione, quindi un’assoluta convinzione della strada che si intende intraprendere.

• Infine, che significato ha per lei essere un pilota dell’Esercito italiano?

Essere Pilota dell’Esercito Italiano è una soddisfazione infinita. La consapevolezza di far parte di una nicchia ristretta di personale altamente qualificato e per me motivo di vanto. Allo stesso tempo consapevolezza delle tante responsabilità che da questo ne deriva. Una scelta comunque che rifarei senza pensarci due volte.

Fonte: https://www.airholic.it/