Territorio

I Distretti del Cibo, modelli di condivisione di strategie verso sistemi alimentari sostenibili

I Distretti del cibo sono ormai una realtà in tutta Italia ed anche in Sicilia dopo il riconoscimento, avvenuto lo scorso dicembre, dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura. Tra i sette riconosciti vi è anche quello delle Filiere e dei territori di Sicilia in rete del quale fa parte il GAL Madonie. In virtù di tale riconoscimento, il Distretto è stato inserito nel Registro nazionale dei Distretti del Cibo, istituito e gestito dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF).

“La costituzione del Distretto – ha detto il direttore del GAL Madonie Dario Costanzo, durante un incontro sulle nuove prospettive ed opportunità della strategia europea “Farm to Fork” –  è un importante traguardo rispetto al panorama “polverizzato” e poco cooperante delle realtà dell’agroalimentare siciliano, non solo perché riunisce allo stesso tavolo le imprese agricole, ma anche perché allarga la platea dei soggetti anche ad attori “complementari” ai produttori primari.”

I Distretti del cibo contribuiscono concretamente a coniugare innovazione e sostenibilità, sia economica che ambientale, perché partecipano attivamente all’applicazione del Green Deal europeo promuovendo l’uso efficiente delle risorse attraverso un’economia pulita e circolare, ripristinando la biodiversità e riducendo l’inquinamento. Inoltre, contribuiscono alla strategia “Farm to fork” (dal produttore al consumatore) realizzando un sistema di economia circolare che prevede: migliore informazione dei cittadini, sistemi di produzione alimentare più efficienti, un sistema più sostenibile di lavorazione e trasporto dei prodotti alimentari, stoccaggio e imballaggio migliori, consumi sani e minori sprechi alimentari.

Il Programma presentato al MIPAAF, intitolato “C.I.B.O. in Sicilia (Cultura-Identità-Biodiversità-Organizzazione), interessa 5 filiere (agrumicola, zootecnica (carni), cerealicola, prodotti trasformati della pesca, ortofrutticola) e 1 bio-distretto (Terre degli Elimi). L’importo complessivo degli investimenti è pari ad € 14.722.900. Gli obiettivi sono: recupero, salvaguardia e valorizzazione dei prodotti di qualità regionali, rafforzamento della diffusione dei prodotti nel mercato locale e internazionale, miglioramento dei processi produttivi e loro transizione verso modelli eco-sostenibili, promozione della cultura del cibo, come elemento cardine dell’identità siciliana. La durata complessiva del Programma è di 48 mesi e l’obiettivo finale è quello di dotare i soggetti beneficiari degli strumenti necessari a rafforzare la loro capacità produttiva, migliorare le loro performance economiche, valorizzare i loro prodotti e ad avviare in rete la transizione verso un modello agroalimentare territoriale sostenibile.

Il Distretto intende inoltre intraprendere una programmazione integrata che apporti utilità non solo ai diretti beneficiari degli interventi, bensì costituisca le basi di partenza per ulteriori progettazioni, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi sanciti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dell’European Green New Deal.

Sono 7 gli obiettivi dell’Agenda 2030 che vengono direttamente perseguiti: salute e benessere, lavoro dignitoso e crescita economica, imprese, innovazione e infrastrutture, consumo e produzioni responsabili, lotta contro il cambiamento climatico, la vita sulla terra, partnership per gli obiettivi.

Significative sono anche le azioni di Ricerca che fanno parte del Programma di Distretto.  Dal malsecco del limone chesi propone di identificare un patrimonio genetico in grado di migliorare la resistenza alla fitopatia e ridurre consistentemente il ricorso ai prodotti chimici attualmente utilizzati, a quello relativo al settore della pesca e dei prodotti trasformati che riguarda l’innovazione dei processi di trasformazione, per ridurre il consumo di energia e riutilizzare gli scarti. Non manca un progetto che mira a controllare l’effetto degli insetti fitofagi potenzialmente dannosi in olivicoltura biologica e quello relativo alla filiera delle carni che si colloca nel campo della sicurezza alimentare per i consumatori.

Paradigmatico è quello che propone la realizzazione di serre eco-compatibili altamente tecnologiche, denominate “serre mediterranee” per la produzione del pomodoro di Pachino all’interno di aree protette (SIC-ZPS-ZSC).

redazione

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