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La Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, incontra l’organizzazione umanitaria LIFE and LIFE e alcune donne vittime di violenza

La Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, incontra l’organizzazione umanitaria LIFE and LIFE e alcune donne vittime di violenza prese in carico dallo sportello di ascolto del progetto AMORU’. Un incontro pieno di emozioni reso possibile dalla Global Thinking Foundation e dalla Fondazione Bellisario, guidate rispettivamente da Claudia Segre e Marcella Cannariato

Avrebbe potuto essere un semplice incontro istituzionale, durante il quale esprimere esigenze e rispondere di conseguenza. Invece, la visita del ministro per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, alla sede della LIFE and LIFE si è trasformata in un’occasione per raccontare un percorso pieno umanità, reso possibile dal cuore che mettono le operatrici dell’organizzazione umanitaria che ha sede in via Serraglio Vecchio 18, alla Stazione Centrale di Palermo. Un grande momento, quello che si è vissuto oggi, che ha inaugurato la lunga lista di appuntamenti della ministra nel capoluogo siciliano.

A renderlo possibile sono state la  “Fondazione Bellisario” e la “Global Thinking Foundation”, guidate rispettivamente da Marcella Cannariato e Claudia Segre, presenti entrambi all’incontro con la LIFE and LIFE, dove ad accogliere  la delegazione sono state anche alcune donne vittime di violenza prese in carico dallo sportello di ascolto del progetto AMORU’, Rete territoriale antiviolenza nata in seno a un bando di Fondazione CON IL SUD.

«Crediamo che la donna sia il motore dello sviluppo sostenibile a livello globale – ha dichiarato Arif  Hossain, presidente della LIFE and LIFE, unico uomo presente a questo incontro –, infatti lavoriamo non sono in Italia, ma per esempio anche in Bangladesh, per dare alle donne la possibilità di affrancarsi da tutti i punti di vista. Come disse, infatti, Napoleone “regalami una donna istruita e ti regalo una Nazione istruita”».

Istruzione, salute e indipendenza economica. Capisaldi di una società che vuole e deve puntare sulle donne.

«La nostra presenza qui – ha spiegato Claudia Segre – vuole ribadire quanto sia importante unire le forze nei luoghi in cui lavoriamo, nelle regioni in cui agiamo, ma soprattutto mettendo in campo progetti comuni. Credo nella sinergia tra pubblico e privato, tra terzo settore e varie anime. L’unica maniera per portare avanti progetti che siano rappresentativi di diverse realtà. Nel passato si è lavorato in maniera divisiva, non sull’inclusione sociale. Dobbiamo fare e avere un impatto sociale che porti un vero cambiamento. Diversamente faremo solamente grandi operazioni di marketing».

Impatto sociale che può portare risultati solo se la volontà di crescita è comune.

«La ministra Bonetti è una donna del fare – ha sottolineato Marcella Cannariato – e il fatto di avere voluto incontrare realtà rappresentative del “buon fare” nel territorio, dimostra quanto abbia a cuore i reali bisogni del territorio. Da questo momento comincia un rapporto di collaborazione che ci porterà sicuramente lontano».

Camminare insieme per dare risposte concrete a chi ha bisogno. Come le donne che si rivolgono allo sportello di ascolto del progetto Amorù

«Incontrare la ministra insieme alle donne che stanno seguendo un percorso con noi – ha aggiunto Licia Billone, responsabile dello sportello di ascolto AMORU’ –  è stato un vero regalo. Ci dà la forza di continuare a fare bene lottando contro una realtà che, per uscire dal sommerso, necessita di atti concreti e misurati. Un incontro che ci ha confermato che la linea seguita è quella giusta, anche se sappiamo che c’è ancora tanto lavoro da fare.  Per le donne,  poi, è stato fondamentale perché hanno avuto il riscontro di quanto sia importante non rimanere nel silenzio, denunciare e fidarsi dei servizi presenti nel territorio, specialmente in un periodo complicato come è stato il Covid19, durante il quale non ci siamo fermati. Forte l’esigenza espressa dalle stesse donne di creare laboratori che consentano di avviare percorsi di creatività che le rendano realmente libere e facciano loro sperimentare quanto valgono, al fine di  reinserirsi nel contesto sociale ed economico».

Creatività emersa anche in alcuni manufatti donati dalle donne alla ministra Bonetti, che ha gradito l’accoglienza riservatale, dimostrandosi aperta e disponibile a percorsi di crescita comuni che mettono al primo posto la donna valorizzando il suo essere in tutti i suoi aspetti. Un’occasione, quella odierna, per sancire sancendo un momento che non solo da loro, ma anche da tutti quanti, sarà ricordato nel tempo. Linfa vitale per andare avanti e costruire pratiche virtuose future.

redazione

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