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Zampilli meditati di coccole notturne, il nuovo libro della scrittrice e poetessa Madonita, Matilde La Placa ormai trentenne che accompagnerà l’estate del 2020

“Vuole essere una continuità al lavoro svolto lo scorso anno quando ho pubblicato “A un passo da me” Edizioni Arianna . Un impegno che continua, che non si arresta nonostante il Covid-19. Non non ci sarà infatti una presentazione ufficiale di questo nuovo testo come ho fatto l’anno scorso all’aperto, o in un altro luogo apposito molto suggestivo e a me caro anche se ce ne sono tanti che si sarebbero potuti prestare a ciò ma per le ragioni che ben conosciamo di sicurezza e prevenzione per evitare la diffusione del virus o gli assembramenti, per chi fosse interessato il testo sarà fruibile in pdf nei primi di agosto. – ci informa Matilde- che oltretutto descrive il suo lavoro e la sua voga così frequentemente prolifica, immediata ed insolita di scrittrice, dei suoi metodi, e strumenti di cui si serve per avere risultati da record. Un soffio sulla luna pensieri arricciati notturni. È proprio vero che la notte porta consigli. Nell’opinione comune è fatta per sognare, meditare, scrivere. Possibilmente penso un po’ troppo in queste ore di fine giornata. Per lo più i temi sono un po’ malinconici, si sposano Infatti con il silenzio dove tutto tace, tutto racconta, tutto rammenta. Il sentimentalismo ha il sopravvento. Poi si sa, la notte non fa vedere bene le cose poiché la sua luce fioca seppur delicata, rende poco luminosi i pensieri e i desideri. Quando scrivo, lo faccio all’improvviso, di getto. Alcune volte annoto delle parole alla rinfusa che diventano chiavi o temi da sviluppare in seguito quando resto con me stessa in pausa dalle occupazioni del giorno. Vedo pure l’alba senza accorgermene, dopo essermi immersa, non mi rendo conto del trascorrere delle ore, del rincorrersi delle lancette. ” La notte l’ho respirata tutta d’un fiato, prudendole gli occhi stellati.

Ho accarezzato ogni sua ora oltrepassandola con la punta delle le mie dita”. (Ho visto passare ogni ora della notte scrivendo). Se scrivo a casa, tutti devono rigorosamente dormire per concentrarmi. Ci deve essere profondo silenzio attorno. Pace. Mi servo in questo momento per sistemare ed ordinare le idee ed i pensieri di un’intera giornata, delle sensazioni provate in essa . Questo però quando mi trovo a casa con i miei perché ultimamente abito da sola a Palermo e lì il problema Infatti non si pone. Rendo nota delle mie emozioni quando voglio e quando lo sento. Mi fa sempre compagnia però in qualsiasi momento, Danny, il nostro maltesino ma lui riposa fedelmente e pazientemente vicino a me. Voglio poi solamente una penna funzionante, (spesso sto a cercarne una in più ambienti della casa, poi finisce che uso qualsiasi cosa scriva per non perdere o dimenticare le parole che vengono partorite in sequenza, una dietro l’altra, nella mia mente. Ci deve poi essere sul tavolo il mio notebook preferito, la mia agenda o il mio quaderno apposito. Questi i soli strumenti utilizzati per questo sfogo dell’anima o per questo dialogo di comunicazione con essa. È lei che parla: io scrivo semplicemente quello che mi detta. È stato sempre così anche per la stesura del primo libro”A uj passo da me “dove ho scritto più di 200 poesie in sole tre settimane.

C’è una cosa che per me diventa un incoraggiamento speciale. Sembra una sciocchezza ma mi piace avere i piedi coperti quando scrivo, semplicemente mi basta indossare le ciabatte chiuse anche se sono in estate. Poi anche le spalle voglio che siano avvolte da qualcosa come in un abbraccio di tenerezza. Anche una sciarpetta leggera va bene. Attorno a me, una sensazione quindi piacevole, una situazione di assoluto relax e pacatezza, una sensazione determinata soprattutto dal fatto che forse sto accompagnando qualcosa di” caldo”e riservato che si trova dentro di me, lo sto invitando se non spronando ad emergere, lo accolgo a nascere alla luce della mia realtà attuale, in quella freddezza del mondo che non sempre ha tutte le dovute cure e delicatezze, i suoi tepori. Coccole di ogni tipo quindi, per tutto il tempo che mi necessita. Infatti ogni tanto accompagno il tutto con sorsi di caffè, la mia bevanda preferita oppure scelgo il caffè- latte se tocco il mattino, per me questa un’immancabile goduria di semplicità che con la sua leggerezza contrasta il mondo complicato, già troppo pesante. Il lavoro più arduo poi, è quello di revisione, in seguito, quello di catalogazione. Occorre sezionare gli argomenti per darne un senso, una logica, una continuità negli argomenti.

redazione

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