“Chiediamo che Wind Tre confermi il suo interesse su Palermo e si trovi presto un accordo per salvaguardare i livelli occupazionali dei lavoratori del Consorzio Sintesi e per rilanciare l’attività qualificata che ha coinvolto in questi anni centinaia di lavoratori diversamente abili”.
In una nota, la Funzione Pubblica Cgil Palermo esprime preoccupazione per la continuità produttiva dei lavoratori del Consorzio di cooperative sociali che opera in prevalenza con le categorie protette. E chiede che venga presto sciolto ogni dubbio circa il rinnovo della commessa Wind, gestita dai lavoratori disabili palermitani della cooperativa sociale Call.it.
Il Consorzio Sintesi, che gestisce gli appalti dei committenti con le cooperative sociali, a Palermo – una delle tre sedi assieme a Roma e a Napoli – impiega 260 i lavoratori, di cui 85 per cento con disabilità fisiche e psichiche di vario livello, anche gravi. Circa 200 sono i lavoratori impegnati nel call center di via Ugo La Malfa per la commessa Wind. In assenza del rinnovo, a Palermo si potrebbero rischiare fino a 150 esuberi. “Il lavoro qualificato e altamente produttivo svolto in questi anni nella sede di Palermo ha fatto da traino per il Consorzio a livello nazionale – dichiarano Michele Morello, della Funzione Pubblica Cgil Palermo e Giuseppe Vitale, Rsu Fp Cgil presso Call.it – La cooperativa è riuscita a creare in questi lunghi un ambiente sano dove possono lavorare disabili che, una volta persa questa opportunità, troverebbero con più difficoltà un impiego”.
La gara per il rinnovo della commessa, che scade il 31 dicembre, tarda. Da qui l’allarme. “Il percorso virtuoso della cooperativa, che in questi anni ha accompagnato le persone svantaggiate nell’inserimento del mercato del lavoro, non si può interrompere – aggiungono Morello e Vitale – Quella di Wind Tre per il call center Call.It è la commessa principale ed è stata gestita sempre con ottimi risultati, tanto che i rinnovi dell’appalto sono sempre arrivati puntuali, ogni tre anni. In questo periodo di crisi dovuto alla pandemia non possiamo rischiare che a fine anno arrivino dei licenziamenti: sarebbe un danno gravissimo per tutta la platea di persone afflitte da deficit e disabilità gravi coinvolte sin dal 2001 in questo progetto. Un patrimonio che non può disperdersi e confidiamo che la Wind comprenda la straordinarietà di questo impegno sociale e lo sostenga nel suo piano industriale”.