Società

Anniversario morte Salvatore Quasimodo, proposte didattiche

Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani vuole ricordare il poeta Salvatore Quasimodo morto a Napoli il 14 giugno 1968.
Poeta civilmente impegnato contro gli orrori della guerra, narratore instancabile delle crudeltà umane in diverse circostanze attraverso un personalissimo contributo artistico raccontò squarci di ferocia e inviti al cambiamento, sperando che venissero accolti.
Fu sicuramente un precursore delle tematiche umanitarie in Italia, perché, l’11 aprile del 1968 al Circolo De Amicis di Milano, pronunciò un discorso, in seguito all’assassinio di Martin Luther King, che oltre a commemorarne la figura comprendeva un’attenta e approfondita disamina del fenomeno del razzismo, interpretato lucidamente come espressione del capitalismo americano / mondiale alimentato dallo sfruttamento degli umili, forzatamente relegati agli ultimi gradini della società, per consentire lussi sfrenati a una ristretta cerchia d’élite. Documento assai attuale, purtroppo.
“Sappiamo che alla base del razzismo c’è un complesso di ragioni finanziarie, il timore di chi possiede qualcosa davanti alla minaccia di vedersi «derubato» da altri uomini, insomma il verghiano attaccamento alla roba. Nel caso del razzismo americano o sudafricano i negri sono stati considerati la roba, oggetti che non dovevano avanzare richieste, contenti di ottenere pane e giaciglio. Ma oggi, un secolo dopo la guerra di secessione, il razzismo non è più solo una difesa economica convalidata dalle ideologie arretrate o dall’analfabetismo, è una corrente di odio, di paura, il seme della viltà e dell’isterismo che sfuggono alla volontà e all’intelligenza.”
Quasimodo aveva compreso che dietro alla morte dei grandi comunicatori degli anni Sessanta spesso non vi erano personalità singole spinte dal fanatismo, ma “altro”:
“l’assassinio di Martin Luther King ci appare oggi nella misura di un altro profondo attentato alla convivenza dei popoli, un attacco a quella già oscillante e ambigua condizione di fratellanza, o meglio di non ostilità, alla quale deve tendere con tutte le sue forze, pratiche e spirituali, l’uomo contemporaneo […]”
Il CNDDU invita, in considerazione della proliferazione di forme antisociali vessatorie nei confronti delle libertà individuali come il razzismo, sessismo, bullismo, omofobia etc., i docenti, in funzione dell’esame di stato venturo e come attività integrativa dei programmi ministeriali relativi al percorso di educazione civica, a leggere e commentare stralci del discorso in questione con gli studenti.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

Redazione

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