“Unni va u focu quannu s’astuta?”. Una parete all’interno dell’università degli Studi di Palermo è stata dedicata a Franco Scaldati. Un omaggio dei palermitani, firmato dal gruppo Facebook “No beni culturali alla Lega nord – Musumeci dimettiti” che conta 50mila siciliani in protesta contro la nomina del leghista Samonà ad assessore regionale alla cultura.

Qualche giorno fa la vita drammaturgica di Franco Scaldati, confezionata in scatoloni, ha abbandonato la Sicilia. Un patrimonio culturale inestimabile è stato interamente trasferito a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini.

Scaldati, conosciuto come il poeta sarto, per tutta la sua vita elaborò testi che chiedeva alla sua compagnia teatrale di interpretare. Una produzione drammaturgica molto vasta, per la maggior parte in palermitano, che ora si allontana da Palermo.

Sono subito nate le polemiche tra i rappresentanti del mondo teatrale e non solo. I figli, che ora gestiscono la sua pagina, scrivono di aver lottato affinché l’archivio rimanesse in città ma che chi di competenza ha avuto un pò di superficialità a riguardo.

“Un patrimonio culturale inestimabile ha abbandonato Palermo. In questi sette anni le istituzioni non hanno fatto nulla per valorizzare la sua eredità e adesso gioiscono del trasferimento dell’intero archivio a Venezia. Scaldati è simbolo della Sicilia, della nostra identità. Abbiamo deciso di omaggiarlo realizzando un murale a lui dedicato. Così la sua presenza in città sarà indelebile” – dichiara Tiziana Albanese a nome del gruppo No Beni Culturali alla Lega Nord – Musumeci dimettiti.

Orlando si è detto felice del trasferimento. Scaldati era espressione delle radici, ma, secondo il Sindaco di Palermo, aveva il diritto che qualcuno gli mettesse le ali e andare alla Fondazione Cini è un modo per mettere le ali alle nostre radici.

“Il murale è un omaggio e allo stesso tempo una protesta contro il sindaco di Palermo, l’assessore alla cultura del Comune, il Presidente della Regione e l’assessore leghista Samonà che continuano a non fare il loro lavoro e a farci espropriare del nostro patrimonio culturale. I poeti, gli scrittori, gli artisti siciliani sono davvero l’espressione delle nostre radici e in quanti tali vanno valorizzati e omaggiati, non cacciati via, dimenticati, sperando che ricevano la giusta attenzione solo fuori” – conclude.