La memoria, è una scatola importante da custodire per tanti motivi da sempre, c’è chi vorrebbe, tuttavia ,insabbiarla come se nulla fosse accaduto, dimenticare è un grande errore specialmente quando sono stati commessi veri e propri crimini di civiltà.Rossella Postorino ci propone nel suo libro uscito nel 2018, riproposto di recente nella versione economica edizione Feltrinelli “Le Assaggiatrici”, un romanzo in cui viene narrata la storia di donne tedesche, costrette per due anni ad assaggiare i pasti di Hitler per assicurare che non fossero avvelenati.La storia venne fuori solo nel 2013. quando una delle ultime superstiti Margot Wolk all’età veneranda di 96 anni raccontò, dopo tanti anni di silenzio, la sua e la storia delle sue compagne, suscitando interesse verso una storia che solo in pochi conoscevano e dai risvolti molteplici.In sottofondo, in tutto il romanzo, troviamo donne subalterne rispetto al mondo maschile e alla storia, capaci tuttavia di incubare vita, in un contesto segnato dal pericolo e dalla morte.Protagonista del romanzo è Rosa, che dopo la separazione dal marito partito per la guerra, si trasferisce in un paesino della Prussia orientale per vivere con i suoceri, li suo malgrado verrà arruolata dalle SS come cavia, diventa un soldato in trincea, scelta tra donne di forte costituzione fisica, verrà pagata per assaggiare prelibatezze. Il dramma- paradosso, stà proprio nel cibo, ogni piatto prelibato, assaggiato può potenzialmente essere causa di morte, ogni boccone non è cibo che nutre, ma angoscia e paura.

La storia raccontata con toni forti, ma con pennellate di tenerezza per la vicenda sentimentale che darà una svolta alla storia di Rosa, privata come le altre donne della loro vita, “eravamo donne senza uomini, avevamo bisogno di essere desiderate”. Rosa intreccia una relazione clandestina, pericolosa con Ziegler, il responsabile della caserma in cui avveniva il rito del cibo. Di lui vede occhi che non fanno paura e si abbandona, saranno due estranei che si raccontano , che sanno vedersi nel buio.Rosa, si renderà conto a sue spese che in guerra si sovvertono le regole, si fanno cose che mai nessuno avrebbe fatto, lei ruberà, dirà bugie.La donna prova a pensare all’amore, ma poi lei stessa comprende come sia impossibile parlare d’amore in un epoca che ribalta ogni certezza, disgrega famiglie, storpia ogni istinto di sopravvivenza.Rosa si domanda nei suoi dilemmi morali come sia possibile sopravvivere in quel clima di terrore, di cattiveria, l’unico modo è quello di ignorare la vita degli altri, ed ingannarsi con bugie dell’anima, in realtà sarà vera fino alla fine.Nell’adattarsi si diventa responsabile del regime che si tollera, questo pensiero la tormenterà le notti e i giorni, pensando anche al tipo di educazione ricevuta dal padre.Lei e le sue compagne di avventura, altro non sono che tubi digerenti, una vita vuoto a perdere, vive in un clima di coercizione, ambiguità che avvelena tutto, corpo, mente sentimenti, ma fino alla fine ci saranno sprazzi di vita che proveranno a farsi sentire, come il pianto del bimbo nel vagone merci, per lui, lei tornerà a cantare, sebbene in un luogo sporco, tra casse, buio e paura.Rosa sopravvive, non vive, si dibatte in sentimenti contrastanti, urla nel silenzio le sue bugie e il desiderio di libertà, di tenerezza.Nel fieno della casa dei suoceri consuma amplessi col nemico, sognando amore, ma di amore non ci sarà nulla, forse voglia di coprire quella solitudine che rende morti, pur essendo vivi.Rosa proverà compassione per le compagne, e conoscerà come si possa diventare amiche, conoscerà l’umiliazione del corpo, costretta a viaggiare per ore in un treno merci alla ricerca della salvezza, sentirà le urine calde tra le gambe, proverà dolore e sofferenze, si dibatterà nei meandri della sua coscienza domandandosi continuamente ciò che è giusto da ciò che non lo è. Le assaggiatrici è un libro che si gusta lentamente, che ti presenta un mondo crudele, quello della guerra, ma ha il pregio di fare trionfare in ogni pagina il vento della vita, che vuole entrare ovunque anche nei posti dove mai l’avresti immaginato, una ricerca continua di scariche di vita, sebbene ad intermittenza.