Negli ultimi giorni, con l’avvio della Fase 2 e la lenta e progressiva riapertura delle attività economiche colpite dall’emergenza Covid-19, il provvedimento dell’Amministrazione comunale di ripristinare la sosta tariffata negli stalli a pagamento ha scatenato il solito codazzo di polemiche.

Tra le critiche diffuse, l’argomento che più mi ha colpito è quello secondo cui questo provvedimento rappresenti un balzello per i cittadini, istituito con l’unico scopo di “fare cassa” per il Comune, come se gli amministratori pubblici della nostra comunità non avessero altro in testa se non il chiodo fisso di vessare i propri concittadini.

Io credo invece che dietro quel provvedimento risiedano ragioni diverse, più profonde, legate a responsabilità che, anche a costo di scelte impopolari, chi fa politica deve avere la capacità di assumersi avendo ben chiara una visione di paese nel futuro.

A dimostrazione dell’infondatezza di tali critiche bene ha fatto l’Amministrazione a concedere gratuitamente il rinnovo del pass per i residenti che versano in condizioni di disagio a causa delle conseguenze economiche derivanti dall’emergenza sanitaria.

Un’ulteriore e significativa dimostrazione è l’assegnazione alle attività commerciali – a titolo gratuito e solo in questa fase di emergenza – di un numero limitato di tickets orari per il parcheggio da distribuire ai propri clienti, al fine di suggerire agli stessi comportamenti virtuosi.

Questa iniziativa è utile in questa fase, insieme alle altre che verranno adottate, quale contributo al rilancio delle attività economiche. Ma potrebbe rappresentare in futuro un sistema efficace per i commercianti che avrebbero la possibilità di acquistare i tickets orari e consegnarli gratuitamente, qualora lo ritenessero opportuno, in funzione della spesa effettuata, fornendo un servizio aggiuntivo e favorendo il meccanismo di fidelizzazione del cliente.

Non vedo dunque le preoccupanti volontà vessatorie, quanto al contrario la determinazione nel continuare a gestire pubblicamente un servizio quale quello dei parcheggi, a differenza di tante altre città e comuni, turistici e non, dove lo stesso è affidato a società private il cui unico interesse è davvero quello di fare cassa. Noi abbiamo la fortuna e l’orgoglio di poter mantenere questo servizio pubblico, come tanti altri servizi pubblici essenziali: dall’acqua ai rifiuti, al trasporto e la mensa scolastica, etc.

È inutile ricordare che intorno al nostro centro storico e lungo l’asse della strata longa si sviluppa l’area commerciale castelbuonese, formata da piccoli esercizi di vicinato, agenzie e farmacie, botteghe artigianali, putìe, attività della ristorazione e i principali luoghi aggregativi della nostra comunità. Quel centro commerciale “naturale” che, indipendentemente dalla sua recente formale costituzione e aggregazione consortile, esiste da sempre grazie all’insediamento e alla presenza stratificata degli artigiani e commercianti castelbuonesi.

È invece utile ricordare che a fronte di una grande distribuzione sempre più organizzata, ogni forma di sostegno allo sviluppo e ogni sforzo nel favorire il commercio locale devono essere incoraggiati. Così come è indispensabile assicurare la piena fruibilità e accessibilità ai luoghi di incontro e aggregazione distribuiti lungo il corso.

È evidente che la sosta a pagamento rappresenti l’unico sistema in grado di assicurare la rotazione degli stalli nell’interesse dei cittadini e delle attività commerciali che insistono in quell’area.

Ho molto riflettuto, in uno sforzo di comprensione delle ragioni dei “no-strisce blu”, sedicenti difensori delle tasche dei cittadini, sulle conseguenze di un’ipotetica abolizione della sosta a pagamento, ora che ci siamo lasciati alle spalle il periodo più buio dell’emergenza e lentamente ci prepariamo ad affrontare una lenta e difficile ripartenza. Eliminazione delle strisce blu possibilmente accompagnata dallo stop ai varchi elettronici e all’Area Pedonale Urbana, fortemente osteggiata dagli stessi gruppi politici di opposizione e blog di partito sempre pronti naturalmente a contestare ogni provvedimento adottato dall’Amministrazione.

Non sono riuscito ad immaginare null’altro se non un caotico passo indietro: i parcheggi stabilmente occupati, le vie e le piazze congestionate, un aumento del traffico veicolare con le relative conseguenze negative per l’ambiente e l’inquinamento urbano.

Questi provvedimenti, come dicevo impopolari ma che guardano al futuro, hanno dunque una duplice finalità.

Da un lato un servizio alle piccole attività commerciali, già fortemente colpite dalla crisi del commercio e dalla concorrenza delle strutture medio-grandi, che oltre ai vantaggi economici dovuti al sistema della distribuzione organizzata, dispongono di ampie aree private da destinare a parcheggio e altri servizi per i clienti.

Dall’altro la riduzione del traffico e dell’inquinamento urbano e conseguentemente il sensibile miglioramento delle condizioni ambientali, un tema decisivo proprio quando viene dimostrata la relazione diretta tra i livelli di inquinamento atmosferico e l’epidemia Covid-19, e più in generale i rischi per la salute, qualora ce ne fosse stato ulteriore bisogno.

Abbiamo notato, nei drammatici giorni del lockdown, come il blocco forzato e la riduzione della mobilità urbana abbia di fatto aiutato e incrementato il commercio di prossimità per i negozi di generi alimentari. Sono convinto che ulteriori misure di razionalizzazione del traffico urbano, non dettate dallo stato emergenziale ma valutate e ponderate attraverso scelte politiche di prospettiva, potranno aiutare e sostenere anche le altre attività economiche che rappresentano il nostro centro commerciale naturale.

A questo si lega un’idea nuova di paese, meno dipendente dalle auto e dai mezzi privati, davvero “a misura d’uomo” sulla base di quell’opinione diffusa secondo cui maggiori sono gli spazi urbani destinati alle aree pedonali, verdi e sociali, maggiore è la qualità della vita in quel luogo.

Per queste ragioni dispiace il silenzio – o la complicità – di chi in passato è stato promotore delle isole pedonali, del bus navetta e di altri sistemi di mobilità sostenibile e alternativa.

Ferisce il silenzio – o la complicità – di chi in passato ha fatto delle politiche ecologiste, la riduzione del traffico urbano e la sostenibilità ambientale una ragione di vita. Quelle politiche le ho sempre considerate prioritarie, essendo cresciuto in una famiglia che mi ha trasmesso prima di tutto il valore del rispetto per gli altri e per l’ambiente.

Mi auguro che su questi temi si possa aprire una riflessione seria, non dettata dalle logiche della contrapposizione politica, ma animata unicamente dalla volontà di discutere di quale strategia ambientale, economica e sociale segnerà il futuro della nostra comunità. In fondo questa mi sembra già un’azione “rivoluzionaria”.

Andrea Prestianni
Consigliere comunale
Capogruppo “Democratici per Castelbuono