La giornalista siciliana Katia La Rosa lancia
Uno spazio gratuito e stringersi al dolore di un’Italia in lutto ed affidare alla rete l’estremo saluto
In un’Italia straziata dal dolore, è stata lanciata l’iniziativa #l’italiainunabbraccio”. Per ricordare storie e vite, che non si ha più il tempo di raccontare. E soprattutto per dare voce alla sofferenza di tutti quei familiari, che non hanno potuto assistere e stringere a sé i propri cari, deceduti per qualunque tipo di patologia. Uno spazio gratuito, in cui saranno pubblicati i messaggi, che affidano alla rete, l’ultimo estremo saluto, in un abbraccio virtuale. Promotrice dell’iniziativa la giornalista Katia La Rosa, che ha progettato anche la campagna grafica curata dal design Adriano Grossi. La giornalista, da anni impegnata, anche nella comunicazione Istituzionale, professionista nel settore dell’informazione pubblica e privata, già docente di “Teorie e tecniche della comunicazione di massa” all’Università telematica Pegaso. I pensieri, le lettere, potranno essere indirizzate a “inmemoria@corrieredelmadeinitaly.it“ e saranno pubblicati sulla testata on line www.corrieredelmadeinitaly.it.
“L’idea è nata semplicemente dal dolore. L’iniziativa la dedico a mio padre, Nino, vittima di un incidente stradale. So bene cosa significa, non essere accanto alla persona cara, per dirgli, un’ultima volta, “ti voglio bene”. Oggi – ha spiegato la giornalista La Rosa,– desidero semplicemente stringermi al dolore di tutti gli italiani, che hanno perso un familiare. Questo dramma, ci segnerà. Lo ricorderemo tutti, soprattutto per la spietata modalità con cui ha strappato a questa terra uomini e donne di qualunque età. Soli, impauriti e dopo la morte seppelliti in fretta. Sarà questo il racconto riportato nei libri di storia, per descrivere lo sterminio dell’invisibile killer, Covid – 19. E poi, si scriverà ancora, come il dolore e il “senso di famiglia” si siano digitalizzati e la video chiamata sia stata quell’ultimo inafferrabile abbraccio. Questa e’ la storia di un massacro, anche emotivo, che non si è consumato sui campi di battaglia, ma in un letto di terapia intensiva. Nel silenzio di un’atmosfera spettrale, si sente solo una parola: “non lasciateci soli”. Un suono sottile e tagliente come una lama, che sta lacerando l’anima di un popolo. Oggi, i pazienti “Covid 19”, con la paura negli occhi, ci lasciano con lo straziante desiderio di sfiorare per l’ultima volta quell’umanità negata. Nessuno era pronto. La vita degli italiani è cambiata. Cosa consegneremo alla storia? Il dolore di un abbraccio mai dato”.
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