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25 aprile: Festa nazionale della Liberazione

In occasione della Festa della Liberazione, 25 aprile, il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani considera fondamentale l’approfondimento storico del periodo in questione, considerando con attenzione le fasi storiche, i protagonisti e le vicissitudini che hanno condotto all’indicazione definitiva di tale data.
Oggi – scrive il Prof. Romano Pesavento Presidente CNDDU – la ricorrenza è considerata un “giorno festivo” con obbligo di imbandieramento degli edifici pubblici; risulta doveroso, dopo più di settant’anni, comprendere i fatti e trasmetterli ai giovani, che, spesso, basano le proprie conoscenze rispetto ad avvenimenti cruciali su semplici impressioni, determinate da luoghi comuni, slogan, fonti di informazioni improvvisate, quando non deliberatamente mendaci.
Le polemiche non servono oggi ad avvicinare gli adolescenti alla ricerca della verità, attraverso un’autentica documentazione. Nessuno naturalmente può imporre cosa pensare di un determinato avvenimento; sarebbe giusto però che l’opinione scaturita fosse la risultante di un’accurata riflessione attraverso la lettura / consultazione di materiale attendibile.
Interessante – scrive – è ripercorrere le tappe più significative dell’iter legislativo che dalla seduta del Consiglio dei Ministri del 25 aprile 1945, Presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi, alla legge 27 maggio 1949 n. 260 hanno determinato la definitiva delineazione della ricorrenza, considerando il 2 giugno l’unica Festa Nazionale mentre il 25 aprile giorno festivi con obbligo (art. 4) da parte delle autorità competenti dell’imbandieramento degli edifici pubblici.
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani intende invitare studenti e insegnanti a soffermarsi sulle manifestazioni culturali del periodo per analizzarle onde comprenderne cause e finalità.
“Come sempre un particolare augurio va ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze perché sappiano perseguire il piacere della conoscenza, unico cammino per far crescere le basi della loro libertà. La scuola riesce sempre a dare peso a chi non ne ha, a garantire e ispirare il valore dell’uguaglianza e delle pari opportunità. Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere” (Piero Calamandrei)

redazione

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