Quanti giorni sono che siamo chiusi nelle nostre case, non lo ricordiamo più, ma sono tanti e cominciano a pesare come sassi, nella mente e nel corpo.
La disposizione di rimanere a casa era inevitabile, uno dei pochi provvedimenti immediati da prendere dinnanzi ad un nemico invisibile ed insidioso che si può nascondere ovunque e pertanto appare pericolosissimo, specialmente per gli asintomatici, che non sanno di essere portatori del virus e involontariamente contaggiano innescando catene senza fine.
Cosa ha scatenato questo virus? Di tutto e di più, sotto il profilo emotivo ed esistenziale, stiamo tutti facendo i conti con emozioni forti che vanno dalla sorpresa, la paura, la rabbia, la nostalgia, la depressione, un magma stà ribbollendo nelle nostre anime e se non staremo attenti a gestirle, il prezzo della salute psicologica sarà notevole, urge massima cautela per noi e per i nostri bimbi, che silenziosi stanno nelle loro case a cercare di capire quando tutto questo finirà e potranno anche loro finalmente fare ciò che è consono alla loro età, correre al parco, farsi un giro in altalena, vedere gli altri bimbi , incontrare i propri coetanei, andare a scuola .
Il virus è percepito come una minaccia non localizzata, è dappertutto , la fuga appare impossibile e genera un sentimento di impotenza, questo nemico non ha un volto.


È accaduto quello che che pensavamo non potesse mai accadere, ossia che il mondo si potesse fermare, l’idea di libertà come piena esperienza dell’io si è frantumata, dunque sembra di vivere dentro un’incubo, sostiene lo psicoanalista Massimo Recalcati, chi avrebbe mai pensato che il mondo si sarebbe fermato? Chi avrebbe mai pensato che non avrebbe potuto disporre della sua libertà, cosi come siamo abituati a viverla .
L’uomo è costretto alla solitudine , al silenzio e ad avere a che fare con se stesso.
Questa solitudine con se stessi non è silenziosa, ma rumorosa, ciascuno di noi stà facendo i conti con i tanti io, che vivono in noi.
Oggi si è spento Luis Sepu’lveda, scrittore cileno di fama mondiale, attivista, eccellente narratore, anche lui stroncato dal virus che non guarda in faccia nessuno.
Scrittore apprezzato non solo dal pubblico adulto, ma di tutte le età, cosi si definiva: “ «Sono uno scrittore – diceva Sepúlveda – perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori».
Tra i tanti racconti da lui scritti , ricordiamo “storia di una gabianella e del gatto che insegnò a volare”, “il vecchio che leggeva romanzi d’amore” che gli diede fama internazionale nel 1989, storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, e storia di una lumaca che scopri l’importanza della lentezza. Proprio quest’ultima, la prendiamo come testimonianza di un pensiero che dovrebbe attraversarci e rimanere nel nostro bagaglio di vita.
Le lumache sanno di essere lente e silenziose e nel mondo frenetico di oggi questo le rende vulnerabili , rispetto ad altri animali veloci e capaci di lanciare rapidamente grida d’allarme. Fra le tante lumache ce ne era una, si legge nel racconto, che si domandava continuamente quale potesse essere il vantaggio della lentezza alla quale per natura era “condannata”, pensava lei.Scoprirà, attraverso la sua curiosità, che la rendeva anche ribelle agli occhi delle altre, che si accontentavano di ciò che già conoscevano per abitudine, cose nuove.
La lentezza, la porterà in un viaggio dove scoprirà cose che nel mondo veloce sfuggono, non si assaporano, non si gustano , scoprirà che proprio la lentezza aveva salvato lei ed altri .
Quale metafora più affascinante di questa, fare un viaggio in cui impariamo a riassaporare la vita,le piccole cose ben descritte nella poesia di Mariangela Gualtieri “nove marzo duemilaventi” che stà interessando ed incuriosendo molti lettori, perchè condensa in poche parole il vissuto di molti di noi.
La natura finalmente stà tornando ad avere un ciclo più sereno, tutto potrebbe tornare ad avere un sapore diverso, in questo disastro c’è un insegnamento che non possiamo trascurare , forse c’era un desiderio tacito in ciascuno, che prima o poi tutto potesse fermarsi , dovevamo rallentare la corsa per riscoprire quei doni che nel tempo veloce non sapevamo più apprezzare.
Sepu’lveda , oggi si è spento, rileggere i suoi lavori ci farà compagnia, in ogni suo racconto c’è un insegnamento , approfittiamo di questo tempo per riempirlo di riflessioni costruttive.
Ciao Maestro, mettiamo ordine nelle nostre credenze della vita.
Si ringrazia il disegno di Anna Asaro in copertina, scelto per rappresentare metaforicamente la nostra vita dentro una credenza, con i nostri pensieri, sentimenti , valori.

Sabrina Miriana