La notizia dell’aggressione ad una dottoressa della Guardia Medica di Polizzi Generosa ha guadagnato facilmente spazio anche sui quotidiani nazionali. La conseguenza è che una famiglia è stata sottoposta a linciaggio mediatico da parte di quanti hanno etichettato l’episodio come “violenza personale gratuita”.
I fatti vanno raccontati avendo cura di ascoltare le parti interessate. Lo scandalismo di certa stampa, dimentica che dietro ogni storia ci sono persone, e puo’ trarre in inganno perché racconta solo ciò che crea attenzione mediatica, dimenticando degli antefatti.
Un uomo spaventato che prima telefona e poi si reca personalmente alla guardia medica per invocare una visita domiciliare per la moglie che sta male e gli viene ripetutamente negata, scatena facilmente reazioni emotive incontrollate.
Fare il medico e farlo in orari e posti di frontiera significa avere le dotazioni mentali e professionali adeguate, presuppone l’intrinseca capacità di comprendere le condizioni psichiche prima e cliniche dopo, dei pazienti e agire di conseguenza. Significa comprendere la comunicazione verbale e non verbale, che il medico di quella notte evidentemente disconosceva.
Avrebbe dovuto, quel medico, come suo dovere, e con le precauzioni del caso, recarsi presso il domicilio, visitare la signora e se, a suo parere, la paziente andava trattata intervenire adeguatamente, o, nell’ipotesi inversa, ovvero che la signora presentasse un malessere passeggero, tranquillizzare la paziente e il marito, in evidente stato di agitazione. Perché ad un buon medico questo si chiede, che sappia discernere un malessere fisico da uno psichico, un male apparente da uno reale. E trattarli tutti adeguatamente. Non è consentito rifiutare una visita domiciliare, se comprendi che c’è un disagio nella percezione del pericolo, perché un medico fa anche questo, comprendere e rassicurare. Così non è stato. Il resto è storia nota. I toni dell’aggressione ,sicuramente verbale, sono stati esasperati dall’incauto intervento di un parente che , in quel momento, per motivi di privacy e di sicurezza, non avrebbe dovuto trovarsi in quel posto. In nessun modo.
Su questo aspetto credo che l’ASP debba prendere i dovuti provvedimenti, onde evitare che possano ripetersi episodi analoghi.
La violenza va condannata in tutte le sue forme, anche verbali
L’omissione di soccorso va condannata, Il racconto falsificato dei fatti va condannato, il pregiudizio va condannato. Perché a seguito di questo episodio la famiglia è stata bersaglio di accuse e giudizi negativi, esprimendo in questo atteggiamento un pregiudizio di fondo, mentre quasi tutti hanno espresso solidarietà al medico che è stato aggredito solo verbalmente, dopo che si è rifiutato di effettuare la visita domiciliare.
Il parente, che non avrebbe dovuto essere presente in Guardia Medica , è stato refertato al PS, pare per lesione costale, mentre della paziente nessuno si è occupato.
Chi di competenza accerterà se ci sono omissioni o alterazioni dei fatti, da parte delle parti interessate.
Per la cronaca la signora è stata ricoverata nel reparto di Medicina e dimessa con diagnosi di broncopolmonite, senza coronavirus.
Un medico madonita.
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