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“Dal 24 febbraio, data in cui si è palesata l’emergenza dell’infezione da nuovo coronavirus, le farmacie lombarde, venete, emiliane e di tutto il paese che non hanno mai chiuso, sono rimaste disponibili anche nei giorni festivi, non hanno mai ridotto la loro operatività. Per questo ringrazio i farmacisti italiani che sul territorio, negli ospedali e nelle strutture del servizio sanitario si sono adoperati senza risparmio” dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, facendo un bilancio. “I nostri colleghi hanno svolto un’opera di informazione faccia a faccia con le persone, facendosi portavoce delle misure di igiene e prevenzione raccomandate da ISS e Ministero della Salute, anche colmando le lacune nell’informazione su alcune misure. Ma soprattutto rassicurando con la propria presenza. E tutto questo” prosegue Mandelli “continuando a svolgere le quotidiane funzioni di assistenza farmaceutica“.

Per il presidente della FOFI, però è necessario che a livello centrale e regionale si riconosca il ruolo della professione in questa fase di emergenza: “La Federazione si è nuovamente rivolta a Ministero della salute, al Dipartimento della Protezione civile e a tutte le Regioni per ribadire la necessità di adottare subito misure di protezione anche per i farmacisti e di fornire specifiche indicazioni per l’operatività delle farmacie di comunità. Mi riferisco per esempio a misure che semplifichino le procedure di dispensazione dei medicinali e di gestione delle prescrizioni”.
In queste ore la FOFI ha inviato a tutti i farmacisti italiani un “decalogo” sulle misure da attuare rigorosamente all’interno delle farmacie aggiornato in base alle ultime indicazioni elaborate dalle autorità sanitarie e sta preparando ulteriori iniziative anche in collaborazione con le altre professioni della salute.