La Terravecchia di Caltavuturo, campagna di scavi

In un periodo in cui le risorse destinate ai beni culturali scarseggiano, a Caltavuturo si procede con la quarta campagna di scavi sul sito archeologico di Terravecchia. Grazie all’ausilio dei progetti di Servizio Civile Nazionale e al supporto del Comune di Caltavuturo nelle persone del Sindaco On. Domenico Giannopolo e dell’Assessore dott.ssa Nieta Gennuso, dal 2017 è stato possibile aggiungere un tassello alla storia del borgo madonita. I lavori sul campo sono diretti dall’archeologo Filippo Iannì, sotto la direzione tecnico-scientifica della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, U.O. 05, Sezione per i Beni Archeologici, nelle persone del dott. S. Vassallo e della dott.ssa R. M. Cucco.
Le indagini in corso all’interno della chiesa madre di S. Bartolomeo, chiusa al culto nella metà del 1700 a causa dello spopolamento di Terravecchia, hanno raggiunto l’obiettivo di esporre il piano pavimentale della struttura, indagare le cripte presenti e interpretare le diverse fasi edilizie che hanno caratterizzato la vita della chiesa anche al fine di datarne la fondazione.


Le cripte, indagate grazie alla collaborazione della Soprintendenza di Palermo con il prof. L. Sìneo e la sua equipe del LabHomo Laboratorio di Antropologia e applicazioni forensi dell’Università di Palermo, sono interpretabili, nella maggior parte dei casi, come ossari/fosse comuni e in tutti i livelli di sepolture, hanno restituito elementi di ornamento personale come perline in pietra dura, pasta vitrea, in osso, pendagli, vaghi di collana e di rosario, anellini bronzei, resti di tessuto, cuoio, fibbie, etc..
Nello scavo in corso, oltre a cercare di portare alla luce l’intera chiesa, si stanno indagando i lembi di stratificazione di età altomedievale sottostanti l’edificio e risparmiati dalle escavazioni delle numerose sepolture presenti.
Infine, sul pianoro settentrionale della Terravecchia è stato indagato un piccolo edificio probabilmente con funzione abitativa, delimitato da murature realizzate a doppio paramento legate con malta di calce e databile al XV-XVII secolo.
Indubbiamente si tratta di un angolo di Sicilia che non può mancare nell’elenco degli appassionati di archeologia e di storia. Il sito archeologico ed il Museo Civico “Don G. Guarnieri” sono aperti alle visite turistiche. Per i più piccini, al termine della visita guidata, è possibile fare un’esperienza di scavo archeologico attraverso il laboratorio “Archeo-kids”.

Carlo Castiglia
(dati forniti dall’archeologo Filippo Iannì)

redazione

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