Passano i giorni, passano i mesi e i lavoratori Forestali devono adattarsi alle esigenze del governo regionale e sopperire alle angherie e soprusi di un mondo in cui tanti girano e vivono con la forza lavorativa. Da qui potremmo anche pensare che il recente breve contagio in Sicilia potrebbe giustificare la mancata risposta o presentazione di un’idea fattibile su una riforma forestale che tutti attendono.
A ciò si aggiunge anche la giusta lamentela di uno stipendio di dicembre ancora da percepire, visto che i lavoratori su questo ci devono sopravvivere e non vivere. Sono illazioni che fanno paura se si pensa al fatto che tanti non capiscono chi naviga nei bassifondi quotidiani, quindi anche qualche centinaio di euro fa sempre comodo in un periodo inattivo, soffermandosi che il mese di dicembre non è un mese completo per giornate lavorative. Il problema è quello che ormai ci si culla sugli stessi passi annuali e situazioni che si ripetono e che, per gli organi regionali i lavoratori devono abituarsi, ma risulta difficile accettare se si parla di precarietà. I primi mesi dell’anno sono i mesi in cui tutti gli operai fanno un esame proprio su ciò che il settore o il momento può dare, con speranze che sono sempre in primo piano ma che ad oggi non arrivano a compimento.
Mesi di preparazione alla nuova campagna lavorativa che come sempre si avvierà dal mese di aprile, con il puntatore indirizzato verso un qualcosa di diverso tra aumento di giornate, stabilizzazione, con diversità di intenti e nuove competenze. Continua a non arrivare la risposta del governo regionale, nemmeno la bozza da poter valutare e mettere in campo, con i sindacati che devono giustificare l’attuale situazione legale tirando a proprio favore ciò che li metterebbe fuorigioco. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino e la realtà è sempre quella che, chi è con la pezza nel C…o, questo rimarrà anche in futuro ma, almeno lottare per sè stessi potrebbe essere un punto di partenza per una vittoria o sconfitta…..
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