«Dei fatti maturano nell’ombra, perché mani non sorvegliate da nessun controllo tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora. E quando i fatti che hanno maturato vengono a sfociare, e avvengono grandi sventure storiche, si crede che siano fatalità come i terremoti. Pochi si domandano allora: “se avessi anch’io fatto il mio dovere di uomo, se avessi cercato di far valere la mia voce, il mio parere, la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”»
Antonio Gramsci (da L’indifferenza è il peso
morto della storia, 1917)
È con questo spirito che sulle Madonie vogliamo avviare un percorso di
consapevolezza sulle questioni che riguardano la civitas. La gestione
amministrativa di una comunità è un impegno gravoso in capo alla classe
politica. Ma, per quanto i nostri rappresentanti politici portino avanti questo
impegno con senso di responsabilità, la società civile non può abdicareal
dovere di partecipare alle scelte che vengono operate ed esercitare un
controllo attivo e fattivo.
Alla luce del rinnovato interesse dell’attuale governo per la questione dell’abbandono del SUD, che sta depauperando i nostri territori delle più vivaci intelligenze giovanili, vogliamo favorire un’ampia riflessione sulla programmazione di interventi del Piano per il Sud, recentemente presentato dal premier Conte e dal ministro Provenzano, che a breve avranno un impatto significativo anche sulle Madonie.
Ogginon si può più pensare ai territori come sportelli finali di una programmazione decisa in ambiti ristretti; essa deve invece partire dal basso, attingendo alla ricchezza del patrimonio sociale, culturale e ambientale dei territori stessi. Una programmazione territoriale ma mai campanilistica, legata alle peculiarità locali ma mai provinciale, secondo una visione che sappia tenere nella giusta considerazione i processi globali, per guidarli dalla base piuttosto che esserne sovrastata.
È con questo scopo che è stato costituito il “Comitato di impegno civile”, un gruppo di individualità – ciascuna delle quali con la propria storia politica e sociale, ma al di fuori di ogni schieramento politico – che intende rifuggire dal pensiero unico e vuole riportare il dibattito nella pubblica piazza da cui la società civile si è, purtroppo,progressivamente allontanata. Ora, se i sindaci sono in trincea quotidianamente, lo deve essere a maggior ragione la società civile che non può e non deve aspettare che le decisioni vengano calate dall’alto. Essa è invece chiamata a svolgere un ruolo incisivo applicando intelligenza critica e intelligenza propositiva.
Riteniamo fondamentale costruire “un luogo”, un centro culturale, un co-working, in cui gli innovatori dei centri marginali possano ritrovarsi per scambiare idee, con l’obiettivo di porsi come dei veri e propri corpi intermediari tra istituzioni e cittadini, per riempire quel vuoto che si è determinato nel tempo.
Il “Comitato di impegno civile”intende farsi promotore della costruzione di un forum di associazioni e individui che, a vario titolo e con diverse competenze, possano riunirsi e, attraverso lo studio e il confronto con esperti e con le comunità locali, possano dare un contributo dal basso per favorire la circolazione delle conoscenze e per spronare la rappresentanza politica a mettere in atto strategie illuminate percambiare il destino delle Madonie, insieme col destino del Sud.
Il primo incontro si terrà sabato 14 marzo, alle ore 16.00, nella sede di Palazzo Bonomo a Caltavuturo. Auspichiamo un’ampia e propositiva partecipazione.
COMITATO DI IMPEGNO CIVILE
Vincenzo Allegra, Castelbuono
Anna Maria Cangelosi, Castelbuono
Gioacchino Cannizzaro, Castelbuono
Salvatore Cassisi, Polizzi Generosa
Pino Di Gesaro, Isnello
Pino Di Martino, Castellana
Giuseppe Dino Petralia Sottana
Domenico Giannopolo, Caltavuturo
Carmelo Giunta, Gangi
Ignazio Maiorana, Castelbuono
Stefano Marabeti, Polizzi Generosa
Marcello Panzarella, Cefalù
Pietro Polito, Petralia Sottana
Mario Sottile, Castelbuono
Roberto Sottile, Caltavuturo
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