l Museo Civico di Castelbuono è lieto di presentare la collaborazione al progetto Pharmakon. L’arte che cura, organizzato dall’Associazione Laboratorio Sud, ideato da Claudia Villani, progettista culturale, mediatrice artistica, appassionata di studi sui sistemi complessi e dalla dott.ssa Monica Sapio, responsabile U.O. Terapia del dolore dell’Ospedale Buccheri La Ferla FBF, e in collaborazione con L’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, AISF onlus (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica).

PHARMAKON è il primo progetto sperimentale siciliano di cura attraverso la fruizione dell’arte che, con un innovativo approccio transdisciplinare e avvalendosi della medicina narrativa, si propone di mettere a punto nuove metodologie di supporto al Servizio Sanitario per l’accoglienza e la cura dei pazienti affetti da malattie cronico-degenerative, favorendo altresì il consolidarsi del ruolo dell’Istituzione museale come luogo di aggregazione sociale e di creazione di comunità, finalizzato all’affermazione del valore terapeutico dell’arte e della cultura, come dimostrato da recenti ricerche di Neuro-estetica (http://www.scienze-ricerche.it/?p=3294).

Il progetto, ispirandosi all’esperienza realizzata al museo di Belle Arti di Montreal, accoglie pazienti cronici per specifiche visite museali su indicazione medica e si fonda sulle evidenze emerse dall’analisi di 900 studi, realizzata dal tavolo tecnico dell’OMS sui benefici dell’arte per la salute, pubblicato nel novembre 2019. (https://www.medicinanarrativa.eu/intervista-stephen-legari-art-therapist-del-museo-belle-arti-montreal),

(http://www.euro.who.int/en/media-centre/events/events/2019/11/launch-of-first-who-report–evidencon-thee-base-for-arts-and-health-interventions

Pharmakon prevede una visita museale al mese, per un periodo di 6 mesi, per gruppi di pazienti fibromialgici e di medici (circa 15 persone). La visita museale, opportunamente preparata dall’equipe artistico/sanitaria, avverrà sotto la guida di un coordinatore artistico e con il sostegno tecnico/psicologico di uno psicoterapeuta. A seguito della visita, il gruppo effettuerà un confronto transdisciplinare, con la guida di un coordinatore medico: con lo strumento della medicina narrativa si stimolerà l’espressione, mediata e suscitata dal rapporto con l’opera d’arte, di contenuti inconsci inerenti alla patologia, che possano indirizzare verso un piano diagnostico e terapeutico personalizzato e unitario. Il confronto transdisciplinare, mediato dall’arte, è un approccio innovativo alla base di questa sperimentazione, e condurrà, alla fine, all’ elaborazione di una metafora che sarà lo strumento da cui partiranno terapeuti e pazienti per la proposizione di cura. Durante il consulto si creerà, come già esperito, un clima di scambio e fiducia favorevole al miglioramento del rapporto medico-paziente e quindi all’approfondimento della storia di malattia, nelle sue diverse accezioni e sfaccettature, affinché l’elaborazione del piano terapeutico possa essere integrata

tra tutte le discipline. La prima visita museale di Pharmakon verrà documentata tramite video e interviste e poi presentata in un convegno dedicato alle esperienze di arte che cura. Al termine dei sei mesi i risultati raccolti, analizzati ed elaborati, potrebbero portare, secondo le singole peculiarità degli specialisti, alla personalizzazione della cura e alla sua condivisione, partendo dall’esperienza artistica/museale.