D’Almerita rapsodia

“L’ amore inespresso è come il vino tenuto nella bottiglia: non placa la sete”.

George Herbert

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” Oggi con giubilo e piacere

dei versi vorrei tributare

ad una famiglia,

o per intender meglio,

ad un casato

che a un vino

e a Regaleali

lustro e fama

ha recato.

Questo è il mio personale omaggio,

rivolto ad un eccentrico​ ed eccezionale personaggio,

che del Gattopardo ne ricorda il lignaggio.

Una sorta di ricercato mecenatismo,

fatto di arte, di vino,

di cultura

e di raro altruismo.

Ripose da parte il titolo

e il nobil tenore

e della sua tenuta

divenne il geniale fattore.

Dava seguito

con passione

e professionalità

a quanto aveva ricevuto in eredità

Non mi riferisco

ai vigneti e ai terreni,

ma agli oneri

e a tutti i doveri

che con gran rispetto

e abnegazione,

infonde​ nell’azienda

e nella vinicola professione.

Nella Tenuta Tasca d’Almerita

i suoi predecessori

hanno dato vita

a nuovi processi

di vinicola trasformazione,

che han donato

a Regaleali

lustro, fama

e splendore.

All’inizio l’attenzione

era rivolta

alla vendita

del vino sfuso,

poi venne imbottigliato

per diventar della Sicilia

il “nettare” più apprezzato

e diffuso.

Servito e gustato

in ogni angolo del mondo,

il Rosso del Conte

divenne il richiamo più fecondo,

di esperti

e di appassionati

che da queste viti

vengono stregati.

Chardonnay, Cabernet Sauvignon

e Pinot nero,

di ogni sommelier

il palato fan​ prigioniero.

Raggiunto il più alto successo,

Albero Tasca

ritornò ben presto

alle antiche origini,​

valorizzando

sempre più

i vitigni e autoctoni

e indigeni.

Viti pregiate, illustri e tanto invidiate,

espressivismo di un terroir,

che del vino prodotto

ne racconta il carattere e l’histoire.

Furono il segreto

di questa tradizione,

così i Conti

della vinificazione,

con la più fervida convinzione

continuarono

senza interruzione

la familiare professione.

Del Conte Tasca senior

ho una vaga rimembranza,

di lui ancor ricordo

la gentilezza e l’educazione

topiche virtù e qualità

di chi della filantropia

ne ha fatto

una missione.

Regaleali

in me ridesta

momenti di gioia

e di lieta festa,

quando con mio padre

da Sclafani, ivi mi recavo,

non ero ancora giunto

che lo sguardo mio perdevo

su quelle colline

e quei vigneti,

che al sol veder

rendevano gli animi lieti.

Sembrava quasi

un paesaggio fatato,

dalla sua bellezza

venivo rapito,

un primaverile tramonto

l’attenzione mi aveva rubato

e in questa beltà

mi ero smarrito.

Il bucolico paesaggio

mi aveva il cor stregato

e nel contempo

mi aveva suggerito

che le elegie non son fatte

solo di versi e parole,

ma anche di vini e di vigneti

se prodotti e curati con passione e amore.

Ringrazio la Famiglia Tasca

e il suo ardire imprenditoriale

con cui ha realizzato

un miracolo commerciale,

offrendo un’opportunità lavorativa​

a tanti che viceversa

non avrebbero avuto

alcun’altra alternativa.

Per un attimo rivedo

gli sguardi sorridenti

dei vostri dipendenti

e di tanti amici e conoscenti.

In questo podere

è stata rivoluzionata

la scienza del vino

e la sua tradizione,

che di questa azienda

resteranno sempre

i baluardi

e fonte d’ispirazione.

Come la poesia, la pittura

e la musica

anche quella del vino

è un’arte unica,

perché con esse condivide

tanti aspetti peculiari,

la ricerca di innovazioni

e di minuziosi particolari.

Dubito fortemente

che tra le filiere,

il genio di Wagner

potrei rivedere,

mentre sorseggia

senza lesinare,

un vino eccezionale

che rende quest’aere

magico e surreale.

Ma ciò non importa

e non mi discosta

dal ringraziar la famiglia Tasca

ancora un’altra volta”.

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Con gratitudine per quanto avete donato a questo bucolico territorio e per aver esportato il Sicilian style in tutto il mondo

Ad maiora semper.

Ringrazio la Famiglia Tasca d’Almerita per avermi autorizzato a pubblicare nel mio libro questa mia poesia, con cui omaggio e descrivo il passato e il presente di un grande Casato e dell’indimenticabile territorio Sclafanese.

Antonello Di Carlo