Viaggio in Sicilia di Antonello di Carlo

Viaggio in Sicilia è un esperimento unico nel suo genere.
Si tratta di un poema epico totalmente in rima con cui ho ricostruito le tappe siciliane di cui J.Wolfgang Göthe ha trattato nel suo ‘Viaggio in Italia”.
La presenza di metrica e rime lo rendono ancora più gradevole alla lettura e all’ascolto.
È stata da me tradotta in inglese e in tedesco per il semplice fatto che essa stessa possa rappresenterà una sorta di vademecum per i turisti che verranno in visita nella nostra stupenda Isola.

“Il poeta Di Carlo vive una sorta di trasfert psichico e, novello Gothe, viaggia in Sicilia e descrive con meraviglia e stupore le bellezze naturali ed artistiche di quest’ isola, aggiungedovi pero’ quella carica emotivo- sentimentale che solo la lontananza e l’ amore per la propria terra è  in grado di generare.
I versi fluidi ed armoniosi, grazie anche alla presenza di  rime, rendono appieno la nostalgica ammirazione per la propria amata e lontana terra natia”.( recensione della poetessa Professoressa Francesca Luzzio)

Viaggio in Sicilia
                               Proemio


A questo mio lavoro
dar vorrei eleganza e decoro,
alla maniera dei poeti più eccelsi
che hanno usato i proemi in modi diversi.
A ugual guisa di Omero, Tasso, Virgilio e Ariosto,
alla mia poetica avventura intendo dar corso.
Nel rispetto della metrica e dell’arte poetica,
faccio appello alle Tre Ninfe di derivazione ellenica.
Così del mio italiano viaggio,
mesto, assaporo, il suo lieto presagio,
le sensazioni, i colori,
i suoni e gli odori,
di una terra di cui tanto ho letto
e che mi apprestò a conoscere con massimo diletto.
Con spirito coeso e atavico,
son pronto ad allontanarmi
senza rammarico,
dalla mia terra e dalla mia natural dimora
ma tutto ciò non mi sconforta
e non mi addolora.
Parto per ricercar storia, arte e nuovi
passaggi,
che mi arricchiranno e sazieranno
i miei classici appannaggi.
Ho organizzato tutto con la massima precisione,
l’avventura mi guida, spazio alcuno non lascerò all’improvvisazione.
Kniep e i miei fedeli compagni,
son pronti a seguirmi e a rincuorarmi
qualora, durante il mio lungo itinerario,
stanchezza e conforto offuscheranno il mio documentario.
Rileggo per l’ultima volta il mio taccuino,
compagno inseparabile, prezioso
e adamantino,
in esso trovo appunti e istruzioni
che per mesi ho raccolto,
raccomandazioni, notizie
ed ogni loro segreto risvolto.
Tale viaggio eccita i miei sensi,
son pronto a sopportare
anche i turbamenti,
poiché, son certo
con tutto il mio ardore
e nell’affermare ciò
Dio mi è testimone,
che nella Terra dei miti e dei templi
il mio essere riceverà
i più piacevoli appagamenti.
Innanzi all’Onnipotente giuro
e di ciò son sicuro
che, a differenza di chi mi ha anticipato,
descriverò la Trinacria in modo accorato.
Senza remora alcuna, prometto,
che  ne racconterò anche il difetto
e che col mio siciliano viaggio,
l’Isola dei miti non spoglierò di alcun retaggio.
Riedesel, “come un breviario
e un talismano”,
stringe forte
nella sua possente mano,
le sue siciliane annotazioni,
per prevenir dell”incognito
le complicazioni
e per assicurare,
senza indugiare,
sicurezza
e serenità al nostro viaggiare.
Con questa terra
e il suo ellenismo
mi trovo
in un edonistico parallelismo,
il mio spirito di avventura
e la mia attenzione per la natura
diventeranno il corollario
per un perfetto itinerario.
Delle  sirene
odo i canti ammaliatori,
di Acireale scorgo
già i faraglioni,
una ciclopica creatura,
mi minaccia
da una marina altura.
Come l’Odisseo
di omerica estrazione
vola alta 
la mia immaginazione,
che tra poco si fonderà
con l’anelata beltà,
preludio e sintesi di tutta la mediterraneità.
Sto raggiungendo la culla del mito,
che affascinò anche l’allemanno Federico,
qui una Scuola fondò con fervore
e di essa ne divenne mecenate
e noto fattore.
Accoglieva notai, giuristi,
con Lui diventavano 
poeti e artisti.
Sotto la sua protezione,
e con la sua supervisione,
nacque la Scuola poetica siciliana,
che riferimento
e faro
fu per la lingua toscana.
Di ciò che asserisco
con sì fatte argomentazioni,
Dante, Cavalcanti e Guinizzelli
mi sono utili testimoni.
Interloquirò da vicino
con la natura multiforme e variegata,
in maniera ancor più stringente e appagata,
condurrò un viaggio estetico e introspettivo
che suscita l’interesse e la curiosità di tutto l’immaginario collettivo,
soprattutto di quello mitteleuropeo e germanico
e in questo viaggio, io Johann Wolfgang Göthe, di essi sarò emissario ordinato e organico.

Antonello Di Carlo

redazione

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