Forse pochi lo sanno, visto che la festa principale e più partecipata è quella del Crocifisso, il 3 maggio e il 14 settembre.
In realtà il patrono o la patrona di una città è chi, scelto dalla comunità ovvero dal suo fondatore, è invocato come intercessore presso Dio.
Ciò comporta che il Signore non è mai patrono di un paese, semplicemente perche’ è il Signore…
Nel nostro caso, quando Montemaggiore fu rifondato nella seconda meta’ del sec. XVI, la chiesa madre per volere dei Migliaccio fu subito dedicata a S. Agata. Il titolo fu confermato alla sua riedificazione a metà del 1600. Nel 1802
Mons. Teresi elevò la chiesa madre a Basilica.
La martire catanese fu nominata ufficialmente patrona principale e protettrice di Montemaggiore il 13 settembre 1642, con bolla pontificia del papa Urbano VIII (pochi sono I paesi che hanno il patrono con nomine papali così antiche).
Due anni dopo il 5 febbraio fu dichiarato giorno di precetto, anche se si sa con certezza che per un lasso di tempo non meglio definibile la processione si svolgeva il 17 agosto.
In alcuni periodi limitati risultano venerati come patroni secondari S. Rosalia, S. Antonio e S. Luigi Gonzaga.
Col tempo si è progressivamente perso anche il senso della festa patronale di S. Agata.
Il 16 settembre 1926 fece il suo ingresso in Basilica la statua in gesso fatta realizzare da Mons. Arrigo in sostituzione di quella antica che era in legno dorato ed era collocata nella testata destra del transetto, dove oggi si trova il quadro della Madonna degli Angeli. La nuova immagine, a sua volta sostituita da una in legno nel 1990, fu collocata al centro della chiesa in una posizione molto elevata, cosa che lascia pensare alla rinuncia dell’uso processionale.
La festa fu ripresa a periodi alterni da Mons. Sclafani e don Giuseppe Pennavaria, per rientrare stabilmente nelle nostre consuetudini grazie a don Domenico Sausa.
Sperando che ci sia sempre maggiore interesse per la nostra unica patrona e protettrice, ci apprestiamo alla festa del 2020.
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