Giunge all’approvazione un’iniziativa sulla quale lavoriamo da anni con gli esponenti del territorio che può costituire una leva di sviluppo per contrastare desertificazione delle imprese e spopolamento delle aree montane.

Proseguiremo il lavoro nel negoziato finanziario con lo Stato affinchè questa forma di fiscalità di sviluppo possa rinvenire le risorse necessarie”- Gaetano Armao in relazione all’approvazione sul disegno di legge voto recante “Disposizioni concernenti l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia”, da sottoporre al Parlamento della Repubblica.

Importantissimo traguardo raggiunto per le aree montane dell’isola.
Nello spazio di Sala d’Ercole riservata al pubblico, durante i lavori d’aula di oggi erano presenti sindaci ed amministratori di diversi comuni montani siciliani.
Per avere concreta attuazione la legge dovrà adesso essere esaminata ed approvata dal Parlamento nazionale.

Un risultato storico raggiunto che se trovera’ la giusta copertura finanziaria da parte del governo Nazionale potra’ finalmente ridare speranza a tutti gli attori commerciali presenti nelle aree montane e creare i presupposti per il rilancio dell’economia in tutti i territori disagiati dell’isola.

LO GIUDICE (UDC), NEGLI ULTIMI 10 ANNI SCIPPATI OLTRE 60 MILIARDI AL MERIDIONE

“Il mezzogiorno d’Italia e la Sicilia in particolare non possono più subire il vergognoso scippo di risorse da parte dello stato.” Ad affermarlo in aula durante la discussione inerente l’approvazione della legge voto sulle zone franche montane il deputato regionale dell’Udc Danilo Lo Giudice. “Negli ultimi 10 anni, infatti, le regole che definiscono la ripartizione delle risorse sono state totalmente disattese e ciò ha determinato che il meridione abbia subìto uno scippo di oltre 60 miliardi di euro. Noi non vogliamo più andare a Roma col piattino in mano, queste risorse ci spettano perché le regole (mai rispettate) per la distribuzione delle stesse sono state definite con la legge 42 del 2009. A tutto ciò – conclude Lo Giudice- si aggiunge che dobbiamo subire l’ulteriore mortificazione da parte dei governatori del nord d’Italia che continuano a richiedere risorse, nonostante quanto emerso dagli studi Svimez dove si evidenzia che nella ripartizione finora avvenuta, il sud Italia ha subìto una decurtazione del 6,5% pari a 62,3 miliardi.”