La Favazza termitana punta alla Denominazione comunale d’origine

Grande soddisfazione tra i volti degli organizzatori della III° edizione della “Sagra della Favazza termitana”per il primo appuntamento “anticipatore” del più vasto programma della manifestazione, in ragione dei numerosi curiosi in piedi nelle sale del Circolo Stesicorodurante la successione delle relazionidelconvegno intitolato“Termini Imerese, la città della focaccia”, svoltosi sabato 30 novembre a partire dalle ore 18,30.
Stupore, condivisione ed euforia le reazioni unanimi nell’accogliere la doppia notizia intorno al consolidamento dell’antica identità gastronomica della favazza termitana.
La prima notizia svelata durante il convegno ha riguardato l’inserimentodella favazza nel progetto Canestrum casei per la presenza, tra gli ingredienti, del Caciocavallo Palermitano (detto anche “di Godrano” o “godranisi” dalle nostre parti). Canestrum caseiè un’iniziativa scientifica che vuole migliorare i canali di commercializzazione e vendita di quindici formaggi del Sud Italia a forte rischio di estinzione in quanto poco conosciuti e valorizzati. Si tratta di prodotti tradizionali fortemente legati ai territori, ottenuti con tecniche eco-sostenibili, in aree montane o marginali e per i quali diverse ricerche scientifiche hanno già dimostrato essere formaggi di alta qualità e con un elevato valore nutrizionale.
Di grande effetto la seconda, un gesto concreto per valorizzare l’identità storica e culturale di una comunità: è stata infatti depositata una nota al Consiglio comunale di Termini Imerese affinché istituisca con delibera una De.Co. (la Denominazione comunale d’origine) sulla favazza termitana.
Secondo la normativa di riferimento infatti il Comune viene individuato e definito quale “l’Ente Locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo, il progresso civile, sociale ed economico”.
A tale sviluppo esso “partecipa con ogni possibile iniziativa, ivi compresa la promozione della funzione sociale dell’iniziativa economica, pubblica e privata, anche attraverso lo sviluppo di forme di associazionismo economico e di cooperazione”.
La nota – consegnata in copia al presidente del Consiglio comunale Anna Amoroso, presente durante il convegno -verrà sottoscritta dal maggior numero di associazioni ed enti culturali e di promozione della città così che queste possano rendere maggiormente valente ed efficace il meritato riconoscimento di questa antica pietanza alimentare. Almeno questo è l’intento dei primi promotori.
E tra gli studiosi, i cultori, gli esperti, gli storici presenti c’è stata immediatamente grande disponibilità a sbracciarsi (culturalmente parlando) per la redazione del Regolamento, del Disciplinare e degli altri elaborati propedeutici, richiesti dalla normativa per la Denominazione comunale d’origine.
La favazza è un mezzo per raccontare Termini Imerese e la De. Co. è il primo tassello per tutelare e valorizzare l’identità e la memoria di questo angolo di Sicilia.

Redazione

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