Presentata a Palermo, nell’aula consiliare di Palazzo delle Aquile, dinanzi al Sindaco Orlando, parte Woman’sFreedom in Iran, campagna per la giustizia a tutela della libertà delle donne iraniane, ideata da Giorgia Butera, presidente dell’associazione Mete Onlus, impegnata – per l’appunto – in materia di diritti internazionali.
Tra i vari appuntamenti, tappa anche a Cefalù con il gruppo delle “Non siamo poetesse”, ramo interno dell’associazione teatrale locale “Casale di Campofelice di Roccella”.
Sei donne che hanno dato vita ad un fecondo gruppo di studio che utilizza i testi della letteratura come punto di partenza, attualizzandoli, elaborandoli e calandoli in uno scenario più che mai attuale per quanto concerne le tematiche sociali del mondo contemporaneo.


La loro ultima fatica, “Conversazioni a Teheran” – dopo essere andata in scena a settembre a Campofelice di Roccella – è stata infatti notata proprio da Giorgia Butera, la quale è stata ben lieta di riproporla all’interno della cornice di Woman’sFreedom in Iran.
«Si tratta di un reading teatralizzato» dichiara la regista Anna Laurà «che prende spunto dai libri di AzarNafisi, scrittrice iraniana contemporanea esiliata in America, per giungere a tematiche strettamente sociali circa la condizione femminile in Iran.
Siamo tutte donne e ognuna di noi è AzarNafisi, per i libri che ha letto e per l’alto grado di elaborazione e introspezione psicologica che ha fatto di questi testi. Le Non siamo poetesse nascono, per l’appunto, come gruppo di studio. Noi non siamo attrici. Leggiamo, elaboriamo e – da qui – costruiamo il copione delle nostre performances in quella che è un’ottica di denuncia sociale che funga da pungolo delle coscienze di ognuno di noi.

Campaign for Justice and Equality “Woman’s Freedom Iran”

Cittadinanza onoraria di Palermo a Nasrin Sotoudeh

26 novembre 2019 – ore 12.30
Palazzo delle Aquile – Palermo

Nasrin Sotoudeh, avvocato e attivista iraniana per i diritti umani, riceverà domani, martedì 26 novembre, alle ore 12,30 a Palazzo delle Aquile, la cittadinanza onoraria, nell’ambito della campagna per la giustizia a tutela della libertà delle donne iraniane “Woman’s Freedom Iran”.

La Sotoudeh è attiva nella difesa legale di attivisti, oppositori e di donne iraniane arrestate per essersi tolte il velo in pubblico. Ha difeso giornalisti e attivisti tra cui il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi e diversi dissidenti arrestati durante le proteste di massa nel 2009 contro la contestata rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad

Arrestata più volte, nel marzo 2019 è stata condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate. La sentenza si aggiunge alla condanna a cinque anni emessa nel settembre 2018, per un totale di 38 anni di prigionia. La militante si trova nel durissimo carcere di Evin. A darne notizia su Facebook è stato il marito Reza Khandan, che era stato a sua volta condannato nei mesi scorsi a sei anni di carcere. La notizia della condanna di Sotoudeh arriva dopo la nomina dell’ultraconservatore Ebrahim Raisi come nuovo capo del sistema giudiziario iraniano.
La somma di 33 anni e 148 frustate è il risultato di più condanne: 7 anni e sei mesi per l’intenzione di commettere un crimine contro la sicurezza nazionale Art. 610 del Codice Penale Islamico – 1 anno e sei mesi per propaganda contro il sistema di leggi Art. 500 – 7 anni e sei mesi per aver preso parte ad un gruppo illegale Art. 499 – 12 anni per deviazione morale e istigazione alla prostituzione Art. 639 – 2 anni per la violazione dell’ordine pubblico Art. 618 – 3 anni e 74 frustate per aver pubblicato falsità e aver disturbato il sistema pubblico Art. 698 – 74 frustate per essere apparsa senza velo in presenza del Pubblico Ministero Art. 748; inoltre ci sono altri 5 anni per un precedente verdetto.

La cittadinanza sarà conferita dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e non potendo essere ritirata da Nasrin Sotoudeh, essendo attualmente rinchiusa in carcere, sarà ritirata da Giorgia Butera, presidente Mete Onlus ed advocacy di “Woman’s Freedom Iran” e da Francesco Leone, presidente Agius – Associazione giuristi siciliani e legal advisor della campagna.

“Da presidente di Agius e avvocato non posso che esprimere estrema solidarietà alla collega Nasrin – dichiara Fancesco Leone – oltre che profonda indignazione per una condanna che offende nel profondo il senso vero della giustizia. Purtroppo solidarietà e indignazione non bastano. Serve una mobilitazione globale affinché situazioni di questo genere non continuino a privare di dignità le donne e la nostra professione, una professione che ha senso solo nella tutela dei diritti fondamentali delle persone. La campagna, che sosteniamo in ogni aspetto, ha proprio questo obiettivo: riportare le coscienze all’azione, subito”.

“Il grado di civiltà di un popolo si giudica osservando le carceri – dichiara Pino Apprendi, presidente di Antigone Sicilia che ricorda una frase di Voltaire. Purtroppo, il carcere anche in Italia non dà una buona immagine di sé, figurarsi in Paesi come I’Iran dove la donna non gode dei diritti e delle libertà basilari. Temo molto per tutte quelle donne di cui non si hanno notizie. La nostra preoccupazione cresce ogni giorno, non c’è trasparenza sulle condizioni di tutte quelle donne che hanno provato ad alzare la testa”.

“Woman’s Freedom Iran” è sostenuta da Antigone Sicilia, Protea Human Rights, Oidur, Agius e Studio Leone-Fell. Al conferimento della cittadinanza saranno presenti i ragazzi dell’associazione studentesca Avanti.