Ilva – Forestali, un confronto

Da qualche settimana ci si imbatte con la questione Ilva di Taranto, un problema assai importante per le questioni di prestigio di una realtà consolidata nel tempo e un’importanza che è sotto gli occhi di tutti. Un marchio di qualità italiana in Europa e uno dei pochi marchi da mantenere nel tempo. Tema importante da non sottovalutare anche per le tante famiglie che portano avanti il blasone italiano per un prodotto cruciale per l’economia oltre i confini.
Senza nulla paragonare o togliere all’Ilva i numeri lavorativi (circa 15 milà), possono essere confrontati con quello dei lavoratori forestali siciliani. Un paragone che combacia alle esigenze di altrettante famiglie che lavorano però, a tempo determinato e che nessuno mai parla, anzi quando lo si fa è solo per denigrare o metterli in cattiva luce. Lavoro svolto non in fabbrica ma, sotto acqua,sole.freddo e neve , anch’esso usurante nel tempo e, ciò la dice lunga quando si deve parlare di un lavoro che ad oggi non porta fondi e guadagni come l’Ilva ma, tale colpa non può essere attribuita agli operai. Un paragone diverso nella sostanza ma uguale nei numeri e nelle giornate lavorative.
Intanto nessuno ne parla ma, lo si fa solo nei talk show, nelle “Arene” vere e proprie, nei bar e nei salotti solo per offendere e attaccare tanto, pur non sapendo o facendo finta di non sapere. Oggi, o per meglio dire domani e dopodomani si può capire meglio se ci sarà i futuro diverso o meno per la platea di operai Forestali. Non ne parleranno i giornali e le TV ma ne parleranno i sindacati e il governo regionale. A partire da domani ove l’Ugl Sicilia presenterà a Bandiera e Cordaro la loro piattaforma in un quadro di pubblica utilità così come lo faranno i confederali giorno 21 a Palermo assieme ai sindaci del territorio siciliano per rimarcare l’importanza che potrebbe ricoprire l’uso incondizionato dei Forestali tutto l’anno.
Le speranze rimangono appese al solito filo che potrebbe spezzarsi così come potrebbe mantenere il peso di numeri ed esigenze di bene comune, e soprattutto produttivo. Un cambio di marcia che potrebbe fare ripartire la fiducia persa tra gli stessi lavoratori che si sentono abbandonati da tutti, quindi quale miglior risposta alle solite prese in giro ??

Antonio David

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