Siamo nel cuore della Zisa a Palermo, a due passi dal Castello che si intravede nella sua magnificenza, in via Paolo Gili, c’è una persiana rossa, di quelle tipiche delle case di paese e in alto un’insegna “Il Teatrino”.
Il Teatrino è uno spazio piccolissimo, pensato e realizzato dall’estro e creatività di un giovane palermitano Domenico Ciaramitaro, che si è avvicinato al teatro e che sotto la direzione di Melino Imparato ha letto ed interpretato insieme ad Alessandra Leone “pasta in bianco” di Franco Scaldati e un suo scritto inedito dal titolo “ n funnu ‘ o mare”.
Chi era Franco Scaldati? Era un regista- scrittore che ha descritto una Palermo insolita, ripescava gli attori tra la gente comune e ne rivelava il talento e la bellezza, riuscendo a dare a molti anche una dignità diversa, si perchè tra i suoi attori spesso c’era gente semplice ripescata tra la gente comune, che evidentemente aveva un talento e poteva recitare, forse perchè nella vita reale era già uno splendido interprete.
“Pasta in bianco” è un frammento di Inceneriti amori che insieme ad altre storie sono state scritte da Scaldati per il cinema tra il 2002 ed il 2006, lavori noti a pochi.
Ancora Scaldati è noto ad un pubblico di nicchia ed è un vero peccato, perchè era ed è straordinariamente interessante.
Figure impalpabili vengono descritti, che arrivano a toccarti sempre tuttavia.
In” pasta in bianco” si alternando momenti di pura poesia con la banalità di normali fatti di vita, un’uomo che prepara un piatto di pasta asciutta alla sua donna malata in un letto, accenna a sentimenti e poi li impasta con banalità, tutto crudo-vero come solo Scaldati riesce ad essere nei suoi scritti che arrivano nelle corde della mente più recondite, perchè attraversano davvero i sensi.
È poi il testo di Domenico Ciaramitaro, andrebbe gustato lentamente, sgranato parola per parola come un melograno.
L’amicizia che lega le persone, lo sguardo al mondo buio, dove tanta gente ride e c’è sempre qualcuno che però è in un agnune, nudo, solo, impaurito dalla vita , dagli eventi, ma che osserva il mondo.
Gli amici si confortano a vicenda e ragionano sul fatto che sotto lo stesso cielo convivono il bene ed il male, molti cuori battono a matula, si acchiappano, si lasciano, si riacchiappano in un gioco stupido senza capire che il tempo passa , vivono molti rincorrendosi in una grande confusione, il tempo passa e ci perdiamo la bellezza.
Qualche volta verrebbe voglia di farla finita, ma l’amore ci salva e questo pensiero annienta tutte le paure come il conforto di avere l’amicizia di qualcuno, presente quando abbiamo bisogno.
Il testo è proprio bello e nel rischio di non essere attenti al suo reale significato non diciamo altro , augurandoci che il giovane talento siciliano, che ha deciso di far parte di quei giovani che credono in un sogno e che sono rimasti nella nostra terra, nutrendo una passione difficile da coltivare, scrivere e recitare possa rileggerci ancora questo testo davvero bello.
Tanti gli appuntamenti previsti nel cartellone del Teatrino, è prorio vero che il bello non ha bisogno di troppi riflettori, andate ad emozionarvi in una stanza davvero piccola, li si parla di stelle che sembrano coriandoli.