Quando si parla di un’artista si ha sempre una certa responsabilità, c’è il rischio di fare un lavoro di interpretazione delle opere, snaturando qualche volta il messaggio che questi voleva trasmettere. È pur vero che al di là dell’orientamento che si lancia nelle opere, ognuno deve potere essere libero di vederci quello che più le emozioni gli suggeriscono, perchè è cosi, le opere parlano alle anime e queste ascoltano anche in base alla loro cultura, sensibilità.
C’è una bella vivacità artistica in giro, gli artisti in molti campi provano a raccontarci la loro visione del mondo o di una fetta di essa che solletica la nostra attenzione.
Ci è riuscita bene Simona Cavaglieri, nella sua personale inaugurata a Palermo presso Spaziocentotre, in via Principe di Belmonte 103, dal titolo attualissimo “Equilibri precari”, un viaggio visivo attraverso corpi in movimento.


Simona Cavaglieri, è una danzatrice professionista, da qualche anno dipinge e prova in questa sua personale a solleticare la nostra attenzione sul corpo in movimento in diverse circostanze della vita quotidiana.
L ‘artista coglie, ferma un’attimo e lo dipinge rintracciando quelle tensioni, forze, contrasti che nella ripetitività dei gesti quotidiani, nessuno di noi vede più, eppure sono li, espressione potentissima della vita che scorre meravigliosa sotto il nostro sguardo veloce.
Corpi di donne, gambe in movimento, ora leggere ora in tensione, mani che toccano il proprio corpo quasi a volerne sentire la linfa vitale pulsante, scontri , abbracci, carezze, qualche volta spinte.
Il movimento fa da padrone, alla ricerca tuttavia di equilibri, ma si sa la danza piace come la vita perchè è un continua ricerca di equilibrio e disequilibrio, un gioco, la sospensione rende tutto più interessante, non annoia mai il movimento quando è ricerca.
La mostra curata da Floriana Spanò, l’allestimento dai fratelli Fecarotta, è interessante anche sotto il profilo estetico. Il fruitore attraversa spazi in cui, come in una strada percorribile avanti e indietro si imbatte in questi visi ,corpi in movimento come se fosse idealmente lungo la strada della vita, dove in tante stazioni ti fermi e questa volta l’occhio non fugge via, si ferma ed è li che l’altro diventa uno specchio per guardare te stesso.
Mai come in questo momento storico segnato da disequilibri continui e corsa in tutto, una collettiva che parla di equilibri precari appare attuale, per chi ne avesse voglia la mostra si concluderà il 16 novembre, un’occasione per fermarsi a guardare in uno specchio di corpi , il nostro corpo e l’anima, fermi, in attesa di parlarci di tutte quelle forse che agiscono dentro di noi senza che ce ne rendiamo conto, il miracolo della vita dentro noi, è continuo, dietro quei colori che pennellano i corpi, esplode la forza della vita.