Orizzonti d'Italia dagli elicotteri della Polizia di Stato: Palermo, veduta aerea al crepuscolo e sullo sfondo lo skyline di Capaci e del monte Pellegrino 2016 04 18 © Massimo Sestini

Cambiamento climatico, le normative in vigore rallentano il fenomeno o
risultano dei palliativi? Analisi con riferimento all’area Mediterranea.
Il cambiamento climatico è un fenomeno che affligge tutta la popolazione
mondiale, ogni tipo di ricerca ci riconduce alla medesima conclusione, i
risultati a noi proposti attraverso i mass-media in alcuni casi sono esiti
speculativi, in favore di teorie le quali accreditano come attendibili
misure restrittive il cui obbiettivo è quello di limitare le emissioni di Co2.
È pacifico nonché dimostrato che l’emissione di quest’ultimo ha oltrepassato
il punto di non ritorno cosicché qualsiasi correttivo è inutile.
I modelli elaborati dai ricercatori sono risultati di uno studio che tiene
conto del rapporto fra aumento delle temperature e umidità, essi evidenziano
che molte delle aree le quali dovrebbero progressivamente inaridirsi sono
centri di produzione agricola. In alcune di queste Regioni come parte
dell’Europa Occidentale i livelli di precipitazione dovrebbero restare
invariati, ma si ha un aumento significativo dei tassi di evaporazione
andando proporzionalmente ad incidere sull’inaridimento.
Dal punto di vista meteorologico, nei prossimi anni sulle Regioni del
Mediterraneo aumenteranno le ondate di calore in specifico le temperature
medie dell’intera regione del Mediterraneo sono aumentate di 1,4 gradi
centigradi rispetto all’era pre-industriale: 0,4 gradi centigradi in più
rispetto alla media globale. Le condizioni di questa regione saranno tali da
portare comunque a una significativa riduzione delle precipitazioni estive
in diverse aree, fino al 10-30%, aggravando la generale carenza idrica come
già sopra citato.
Dinanzi alla sempre più realistica minaccia del surriscaldamento globale ci
si chiede quanto attendibili ed efficaci siano le contromisure contenute sia
nel protocollo di Kyoto sia nel protocollo di Parigi, contromisure
finalizzate a rallentare formalmente il fenomeno brevemente analizzato.
Massimiliano Cipriano