A firefighting airplane drops its load of water trying to prevent a forest fire from reaching the village of Ouzenda, outside Pedrogao Grande, central Portugal, Tuesday, June 20 2017. Ouzenda residents were evacuated and firefighters moved in to protect the houses while aircraft battled the fire approaching the small village. Emergency services in Portugal said Tuesday they were making headway in their battle to control a major wildfire that killed more than 60 people in the central region of the country. (ANSA/AP Photo/Armando Franca), [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

“Ogni anno si ripete lo stesso stupido ritornello: ad appiccare gli incendi sono i forestali. Chi lo dice è ignorante o in mala fede dato che le cronache giudiziarie raccontano una verità diametralmente opposta”. Così afferma il segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca, che difende una categoria “troppo spesso accusata ingiustamente”. “I dati parlano chiaro – continua Manca – i piromani sono ragazzini annoiati o altre categorie professionali che ne hanno un beneficio, mentre solo in casi rarissimi gli autori sono forestali. Lo confermano le indagini, non si tratta di una difesa corporativa, perché è innegabile che anche in questo settore, come in tutti gli altri, ci siano le mele marce, da isolare e cacciare per non rovinare l’immagine di un intero personale”. Il segretario della federazione ambientale della Cisl in Sicilia sottolinea le difficoltà crescenti in cui operano questi lavoratori. “Al servizio antincendio mancano all’appello quasi mille unità, fra prepensionamenti e lavoratori spostati alla manutenzione. Da anni sono ferme le assunzioni col risultato che l’età media dei forestali e degli addetti all’antincendio boschivo è alta, tanto da essere per lo più prossimi alla pensione. Il risultato è che molti lavoratori iniziano ad avere problemi di salute e quindi limitazioni medico – sanitarie rispetto a un’attività che richiede agilità e forza”. Anche i mezzi, come sottolinea Manca, sono scarsi e vetusti, gli equipaggiamenti al limite della sicurezza e all’orizzonte non si vedono miglioramenti prossimi. “Invece di interrogarsi ogni anno su quello che si poteva fare di più – continua Manca – la classe politica dovrebbe ragionare su una riforma complessiva che metta al centro la valorizzazione del patrimonio ambientale e boschivo, coordinando e utilizzando al meglio i tanti lavoratori che ogni giorno mettono la loro professionalità al servizio dell’ambiente e di tutti i siciliani”.
Per la Fai Cisl, “i forestali, i lavoratori della bonifica e dell’Esa  andrebbero messi nelle condizioni di fare meglio e fare di più come da anni si aspettano. Il personale storico va stabilizzato e si deve programmare un piano di assunzioni, per evitare che entro dieci anni il servizio resti sguarnito”. “Occorre una riforma – dichiara Manca –  che ampli le competenze anche al di fuori del bosco a supporto dei Comuni e che pensi al patrimonio boschivo come risorsa da poter utilizzare in maniera seria per creare reddito in quelle zone interne della Sicilia che sempre più spesso vengono abbandonate”. “Vanno attivati – conclude Manca – percorsi di economia circolare che valorizzino il patrimonio dando la possibilità ai tanti lavoratori stagionali forestali ma anche a quelli della bonifica e dell’Esa, di lavorare tutto l’anno”. (laco)  

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