Sul polo museale del complesso di San Francesco avevamo ragione, ora la fondazione sulla politica culturale
Lo scorso 21 giugno si è svolta una seduta del Consiglio comunale nel quale si è discusso delle attività delle istituzioni culturali Museo Civico, Museo F. Minà Palumbo e Centro Polis. Innanzitutto, desideriamo sottolineare come i Democratici per Castelbuono, sulla questione dei bilanci e rendiconti delle istituzioni culturali, abbiano smentito se stessi, rispetto alla replica che avevano svolto ad un nostro precedente comunicato. Infatti, il Consiglio comunale non ha preso atto dei documenti contabili, ma li ha approvati (all’unanimità in questo caso). Ma c’è di più, hanno proposto di rinviare l’approvazione dei rendiconto del 2018, perchè in Consiglio comunale non erano ancora arrivati i bilanci di previsione del 2018 e non aveva senso. Perciò, rinviati a dopo l’approvazione dei bilanci di previsione 2018. L’importante è non perseverare nell’errore, anche se dobbiamo osservare che non era difficile rilevarlo in sede di organizzazione dei lavori consiliare e formazione dell’ordine del giorno. Un po’ d’attenzione in più non guasterebbe.
L’occasione che è stata offerta al Consiglio comunale, quella di un dibattito sulle e con le istituzioni culturali, sarebbe stata un’occasione propizia per discutere di quella proposta dell’amministrazione comunale di trasferire la sede del Museo F. Minà Palumbo presso l’attuale palazzo municipale, in assenza, peraltro di interventi sul punto in altre sedi. Ma nessuno ne ha parlato, anzi il direttore del Museo F. Minà Palumbo ad un certo punto ha detto che stavano bene dove stavano. E durante la discussione ci siamo chiesti, ma perchè nessuno ne parla? Lo abbiamo capito alla fine del dibattito, quando è intervenuto il Sindaco, che ha affermato che resta attuale la capacità attrattiva del Museo F. Minà Palumbo, ma bisogna rilanciare il polo museale di San Francesco. A questo punto abbiamo tirato un sospiro di sollievo: ecco, questa è un’ottima notizia! Pietra tombale sul trasferimento del Museo F. Minà Palumbo nell’attuale palazzo municipale. D’altra parte, l’assordante silenzio che si era registrato attorno alla proposta dell’amministrazione comunale non poteva che fare presagire questa conclusione: un nulla di fatto. Anche, qui, una maggiore disponibilità all’ascolto di chi, come noi, si permette di esprimere un punto di vista diverso non guasterebbe. Tranne che non ci sia un pregiudizio nei nostri confronti, per cui qualsiasi cosa noi proponiamo non merita nemmeno una risposta da parte dell’amministrazione comunale, che non siano insulti. Ma noi non demordiamo, e facciamo un’altra proposta.
Nel corso del dibattito consiliare più parti hanno espresso l’intenzione di apportare modifiche allo statuto delle istituzioni culturali. Noi pensiamo, invece, che al posto di qualche modifica dello statuto, tanto per non rispettarla, occorrerebbe ripensare il modello organizzativo della proposta culturale nel nostro paese. Noi pensiamo che le istituzioni culturali debbano essere sostituite da un’unica fondazione di diritto privato, che si occupi nella sua interezza della proposta culturale, con una strategia unitaria, chiara, trasparente, seppure nel rispetto delle peculiarità di alcune specificità, ma in un quadro che ponga fine a duplicazioni, a confusione su chi fa che cosa, che possa essere una sorta di “camera di compensazione” tra i punti di forza verso i punti di debolezza, affinché questi ultimi possano diventare anch’essi punti di forza. Ma su questa proposta ci torneremo in maniera più compiuta, anche ascoltando quanti vorranno partecipare alla discussione.
Castelbuono, 29 giugno 2019
Il Coordinamento del Circolo PD