Caro maestro, in questi giorni da quando abbiamo appreso della sua vita, sospesa, non si fa che parlare di lei. Si sono scatenati giornalisti, scrittori, politici e gente comune che sembra avere nel cassetto, conservato qualcosa da dire su di lei, lei, si proprio lei! che nonostante la sua notorietà e grande spessore artistico e culturale è stato sempre una persona infondo cosi semplice e discreta. Ha alzato senza volerlo, un gran polverone di parole e pensieri discordanti, un gran “vociare” che poco rispetto ha sulla sua persona e anima che combatte per vivere ancora. La sua storia e trascorso artistico in realtà pochi la conoscono, il grande pubblico la conosce per la fortunata storia del commissario Montalbano, i suoi personaggi, l’ambientazione tutta siciliana e quella nostra lingua cosi simpatica e sonora che nei film sono diventati musica. Ma la sua carriera è ricca di trascorsi che le hanno permesso di essere quello che oggi è diventato, un uomo di grande spessore artistico e umano. Su di lei qualcuno si è permesso di usare toni pesanti, spiacevoli , incuranti della sua condizione di uomo che non può al momento neanche difendersi da tali cattiverie, altri, la maggior parte, con simpatia e affetto tifa per lei e la sua salute, rivedendo con piacere le sue interviste, le sue massime, i suoi esileranti aneddoti dettati non solo da una cultura profonda, ma dall’esperienza della sua vita vissuta, una vita vissuta davvero pienamente, dove nulla è stato risparmiato, ricordiamo la sua progressiva perdita della vista che non l’ha fermata ne umanamente, ne artisticamente dando un segnale forte a tutti coloro che conoscono la tristezza della malattia, in qualunque forma si presenti. Chi per un’attimo prova a ragionare su ciò che stà accadendo, non può che fotografare una Italia, dalla classe politica rissosa e in alcune circostanze irresponsabile, un impoverimento progressivo delle intelligenze, un’appiattimento culturale e relazionale che riversa nei social rabbia, frustrazioni e tanta ignoranza. Caro maestro, noi, molti di noi siamo orgogliosi di quello che ci ha insegnato, ed ora che il filo della vita è fragile vorremmo potere imparare, leggere tra le righe molte delle cose che in questi anni ha scritto, detto, raccontato, assetati del suo straordinario sapere, come se la paura di perderla, ci rendesse assetati di un’acqua che sappiamo potremmo non poter più bere. Qualcuno ha offeso la sua persona e come lei stesso in un’intervista su Rai Tre da Fazio disse,” si può non condividere un’idea senza per questo demolirla, è sempre necessario ascoltare le idee altrui,” nella diversità, stà la ricchezza della crescita del pensiero, non nella negazione a priori di essa. Gli abbracci del pensiero arrivano maestro, e il nostro affetto per lei le giunga sincero, giovani e non, fieri di avere un siciliano grande come lei ,tifiamo maestro. Pensare è un dono che non tutti hanno, la ricordiamo in foto, nei suoi amati libri, loro eterni ci fanno sempre compagnia.