Festa di San Giovanni a Castelbuono

La Festa di San Giovanni a  Castelbuono (PA) è una tradizionale sagra durante la quale sono  messe a bollire nelle “quarare” (grandi recipienti di rame) per le vie del paese fave secche e patate che poi saranno offerte gratuitamente a tutti i passanti.

La degustazione viene allietata anche da giochi tradizionali, gruppi di animazione fissi ed itineranti. Un rito propiziatorio per l’avvenuto raccolto, di sapore pagano, ma ricco di fascino.

Tra fave, appena scolate e fumanti, vino e musica di mandolini, chitarre e fisarmoniche, scorre la festa  con tanto divertimento, fino a tarda notte.

Per estratto DALL’ARTICOLO TRATTO DALLA RUBRICA “COMI A FESTA DA SANTUZZA” SCRITTO DALL’ANTROPOLOGO CASTELBUONESE ANGELO CUCCO.
Per strada, infatti, o meglio in ogni strada si armava a quadara, ossia si bollivano le fave (poi anche le patate) dentro grandi pentoloni. Ma questo rito andava oltre il semplice cuocere del cibo. Infatti vi era una preparazione meticolosissima a monte. La gente organizzava per giorni, costruiva l’altarino al Santo o l’arco con l’Immagine circondata d’edera e garofani, raccoglieva la legna e le fave, preparava la zona per i musici. Era un lavoro comunitario che impegnava l’intera strada e che rinsaldava i legami di vicinato. Davanti all’altarino o all’Immagine del Santo si recitavano (forse anche nei giorni precedenti la festa) i raziuneddi di San Giovanni, le divuzioni, le preghiere proprie e si cantavano antiche cantilene, tra cui un cuntu i San Giuvanni accompagnandosi con gli strumenti musicali degli artigiani quali mandolino e friscalettu. Anche i bambini erano coinvolti in questi momenti di religiosità, gestiti in particolar modo dai devoti del Santo. La sera di San Giovanni si viveva allegramente, mangiando, bevendo e ballando.

La festa oggi è molto cambiata, la chiesetta di San Giovanni fuori le mura, dopo il recente restauro, è divenuto il centro della festa religiosa ma ha anche accolto le “quarare” e il ballo”.

La Pro Loco, ha voluto valorizzare questa festa che rischiava di scomparire nel centro abitato ed ha deciso di fornire le fave a tutti coloro che ne dovessero fare richiesta. Nonostante ciò i comitati di quartiere sono sempre più rari. Unica eccezione il quartiere storico SS. Salvatore che anche quest’anno ha deciso di coinvolgere tutti gli abitanti. Al comitato spontaneo va il plauso della Pro Loco. Il posto dei rimanenti quartieri è stato preso dai bar e dai ristoranti che cercano di ricreare l’ambiente della festa rionale, non facendo mancare le fave gratis, la musica e spesso l’immagine del Santo.

Redazione

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