«Urge progetto politico per riqualificare il patrimonio urbano e paesaggistico dell’Isola»
Rinnovo ai vertici della Consulta degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Sicilia: Alessandro Amaro, alla guida dell’Ordine di Catania, è stato eletto all’unanimità nuovo presidente dell’organo regionale, nella riunione di ieri pomeriggio (4 giugno) a Enna, a cui hanno partecipato i vicepresidenti del Consiglio nazionale di categoria Lilia Cannarella e Rino La Mendola, e i presidenti di tutti gli Ordini siciliani: Alfonso Cimino (Agrigento), Paolo Lo Iacono (Caltanissetta), Antonino Rizza (Enna), Caterina Sartori (Messina), Francesco Miceli (Palermo), Salvatore Scollo (Ragusa), Vito Mancuso (Trapani), e Gerry Gambuzza per l’Ordine di Siracusa, delegato dal presidente Francesco Giunta.
Alessandro Amaro ha ringraziato tutti i componenti della Consulta, anche a nome dell’Ordine etneo che torna alla presidenza regionale dopo oltre un decennio. «Gli Architetti siciliani – ha ribadito Amaro – sono compatti nell’impegno fondamentale di riqualificare il patrimonio architettonico e urbanistico dell’Isola, nonché di rilanciare la centralità dell’architettura nei processi sociali che caratterizzano le nostre comunità. In questa direzione la Consulta degli Architetti di Sicilia ha già messo a segno diversi punti a sostegno della professione – continua il neo presidente regionale – basti pensare all’approvazione, da parte del governo della Regione, dei “bandi-tipo per l’affidamento di servizi” o ancora alla legge sulla certezza dei pagamenti per i titoli edilizi».
«Continueremo a perseguire gli altri obiettivi, altrettanto importanti e prioritari, a partire dai fondi strutturali e dall’agenda urbana, passando per la necessità di nuove misure legislative sul governo del territorio – conclude Amaro – Urge che le forze amministrative programmino e sostengano politiche di intervento per la sicurezza sismica dei fabbricati esistenti e del territorio, per il risanamento e l’efficientamento energetico. A ciò si aggiunge la tutela del patrimonio paesaggistico e dei centri storici, oggi affidata alla passività vincolistica del sistema normativo piuttosto che a un progetto condiviso e partecipato di valorizzazione. Vogliamo contribuire all’affermarsi di un nuovo modello di sviluppo più attento, equilibrato e sostenibile del territorio, dove la formula cardine dev’essere quella dei concorsi di progettazione in due fasi. Vogliamo lanciare l’ennesimo appello ai rappresentanti degli Enti Pubblici affinché adottino questo modello, per consentire alle professionalità siciliane, soprattutto giovani, di esprimere il loro potenziale, e per permettere al territorio di rimodularsi in un’ottica di crescita, rilanciando il lavoro dei professionisti».
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