E’ proprio vero quannu avimu pitittu semu capaci di fare la qualunque, la nostra mente si attiva con stratagemmi incredibili per lenire quella fame tremenda che ci fa sentire i crampi allo stomaco.
Per fortuna la maggior parte di noi questa “fame tremenda” non l’ha mai provata, ma ci sono fette di società che la fame l’hanno conosciuta e la conoscono, quindi la commedia appare sempre attuale e per i suoi contenuti non solo brillante, ma carica di spunti di riflessione.
Al teatro Sant’Eugenio di Palermo si è conclusa oggi lo spettacolo “Miseria e Nobiltà” commedia di Edoardo Scarpetta e reinterpretata magistralmente dalla compagnia diretta da Mark Berwounts , in scena una carrellata di bravissimi attori, bravi, bravi davvero tutti bravi, che hanno divertito il pubblico con battute esileranti ed un’interpretazione carica di energia.
La commedia ebbe una trasposizione cinematografica che ne permise una rivisitazione fresca e leggera che tutti ricordiamo con il bravissimo ed esilerante Totò,divenendo nota a un pubblico vasto , in molti abbiamo visto il film e ricordiamo col sorriso negli occhi alcune scene divertentissime, rivederle in teatro con i nostri attori è stato davvero bello, il teatro è proprio magico.
La storia della commedia è semplice , ma al contempo piena di colpi di scena, un’amore ostacolato fa da sfondo alla vicenda di miseria di due coppie di gente del popolo, che non sanno davvero cosa inventarsi prima, pur di mangiare qualcosa ed inventano simpatici espedienti.
Il pubblico divertito ride, eppure sullo sfondo di battute davvero divertenti, c’è la lama sottile della riflessione che ci porta a riflettere , c’è una fotografia ironica di realtà familiari in stato di disagio, con tutte le fragilità umane che ne conseguono. La vicenda di un’amore ostacolato dove i nostri “disagiati” interverranno per sanare una situazione imbrogliata, proverà a rimettere ordine là dove regnava il disordine e il silenzio su alcune verità taciute che verranno svelate.
Le coppie proveranno a svestire i panni di poveri per far finta di essere ricchi e farsi accogliere dal padre della fidanzata del marchesino che chiede loro aiuto, non potendo presentare i suoi reali familiari.
Sembra che basti mascherarsi per trasformarsi in principi e nobili , immediatamente ricevere attenzione e rispetto, ma forse che mascherandosi si possa ricevere davvero rispetto? O che essere un nobile significa essere un uomo rispettabile? Il monologo brevissimo di Gaspare Sanzo, che prende la scena con i riflettori dell’attenzione su di lui, ci fanno pensare : “dovremmo essere tutti ricchi, perchè questo divario tra ricchi e poveri ?, Eppure queste differenze a qualcosa, qualche volta servono a ricordarci che chi possiede dei beni è fortunato, che nascere in una famiglia o in un’altra non lo decidiamo certo noi, che la vita è imprevedibile ed i colpi di scena sempre dietro l’angolo, alla fine vince sempre la verità, mai gli imbrogli.
Le fragilità umane non appartengono ne’ ai poveri ne’ ai ricchi e tutte le volte che usiamo termini per classificare le persone facciamo errori tremendi, siamo tutti persone, prima di tutto.
Belle le scene, belli e curati gli abiti, le rivisitazioni dei dialoghi divertenti, le battute in siciliano o i nostri modi di dire e fare, hanno i reso i personaggi davvero vicini a tutti noi . Gli attori sono tanti e li vogliamo ricordare proprio tutti, perchè tutti bravi, bravi Marco Feo , Sergio Pochini, Tullio Lo Re , Enzo Abbinanti, Carlo Castellini, Stella Lentini, Silvana Feo, Francesca Costanzo, Daniela Campanella, Carlo Lamonica, Silvia Sarri, Lucia Messina, Barbara De Luca, Loredana Barone, Cristian Ferraro e la eccellente partecipazione di Gaspare Sanzo e Stefania Blandeburgo , regia di Marck Berwouts.
Si ringrazia il fotografo Luigi Maggiore, per la gentile concessione degli scatti in copertina.