Ai primi di aprile il Governo regionale, senza darne troppa pubblicità, ha presentato una bozza di aggiornamento del Piano Energetico Regionale Siciliano (PEARS), documento risalente al 2009 che, con la nuova bozza, viene aggiornato con obiettivi al 2030.
Le più recenti direttive europee prevedono che i consumatori di energia debbano avere anche il diritto di produrla e utilizzarla in autoconsumo (ma solo tramite piccoli impianti da fonti rinnovabili) e a condividerla fra i vicini.
Per questo, sarebbe stata utile la partecipazione delle associazioni di tutela dei consumatori che, al contrario, non sono state minimamente coinvolte nella stesura di questa bozza d’aggiornamento.
Federconsumatori, per tanto, nei giorni scorsi ha provveduto ad inviare all’Amministrazione regionale le proprie osservazioni poiché, dalla lettura del documento, emergono alcuni aspetti quanto meno discutibili e, in alcuni casi, dei veri e propri passi indietro rispetto al PEARS del 2009.
In particolare, Federconsumatori Sicilia ritiene che:
1) Il mancato coinvolgimento delle associazioni dei consumatori sia un errore, poiché l’energia prodotta viene poi consumata non solo dalle aziende ma anche dalle famiglie siciliane che, per giunta, devono poter produrre energia. Una rappresentanza di questi interessi, quindi, è fondamentale in ogni fase di rielaborazione del PEARS.
2) Il nuovo PEARS non prevede alcuna facilitazione nei confronti dei cittadini e delle PMI siciliane che intendano installare piccoli impianti di produzione distribuita di energia rinnovabile. Al contrario, punta molto ai grandi impianti fotovoltaici da costruire a terra, in ex cave e miniere. Si tratta di aree che potrebbero arrivare all’estensione di oltre 3.000 ettari e di una potenza di 2.000 MW (contro gli appena 500 MW da costruire sui tetti di case e aziende).
3) Il nuovo PEARS non prevede alcuna misura in merito allo stoccaggio dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, né in merito all’idrogeno.
4) Risulta insufficiente l’attenzione nei confronti del risparmio energetico di edifici pubblici, civili ed industriali.
5) Manca anche una politica nei confronti della mobilità sostenibile, in particolar modo elettrica (sia a batteria che a celle d’idrogeno).
6) Non è prevista una strategia di uscita dall’economia basata sugli idrocarburi da sostituire con l’energia 100 % rinnovabile.
7) Non è previsto alcun potenziamento della ricerca pubblica sulle energie rinnovabili e il risparmio energetico.
“Il vecchio PEARS del 2009 – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia Alfio La Rosa – è rimasto in gran parte lettera morta perché è mancata la volontà politica di cambiare realmente il sistema energetico siciliano. Questo nuovo PEARS, per fortuna ancora in bozza, è per certi aspetti persino peggiorativo rispetto al documento originale. Ci aspettiamo – conclude La Rosa – che il Governo regionale voglia dialogare su questo documento così importante per l’ambiente, la salute dei cittadini e l’economia dell’intera Sicilia”.