“MadoMie”, casa di tutti e per tutti

MadoMie. No, non è un errore ortografico e no, non stiamo scherzando. Non è l’ennesima “burla” social. Non è un’altra (n’artra?!?) nuova pagina FB, almeno non solo. Se così fosse, sarebbe solo una delle tante.
In effetti, forse, senza presunzione alcuna, possiamo definirla un “fenomeno”, dato che più di 500 adesioni in meno di 24 ore dalla creazione sono una media da influencer e da trend topic e “dietro” non ci sono ben congegnate operazioni di comunicazione e marketing né chi la cura ha velleità da novello social media manager.
Piuttosto, vuole essere emblematica crasi di un concetto. Vuole essere un progetto, un cantiere di idee e un laboratorio di speranze, un (non) luogo di sintesi, una vetrina, un continuo work in progress, le cui sembianze verranno tracciate, giorno per giorno, col contributo e il coinvolgimento di chi vi indugerà e seguirà. Di chi le Madonie le vive e le merita. Di chi le ama e, come in tutti gli amori belli ma difficili, sa che spesso è dolce anche il tormento e quel fremito di paura nel non sapere per quanto e se durerà. Di chi le vorrebbe cambiare e renderle un posto ancora migliore. Di chi le sogna da tutta la vita, per una vacanza o per l’eternità. Di chi, con ingrato disprezzo, quasi più non le guarda. Le Madonie sono anche sue e tue perché ne stai leggendo. Le Madonie sono MIE!
Le Madonie, da un punto di vista antropologico e scientifico, sono un ecosistema perfetto, con un micro-clima e delle condizioni che garantiscono il buon vivere e la longevità. In equilibrio tra montagna e mare, sospese sotto un cielo quasi sempre terso che spazia dall’Etna alle Eolie, dall’entroterra siculo più aspro e selvaggio alle acque più cristalline che il Tirreno sa colorare. Un “caso” da conoscere e “studiare”.
Una piccola isola felice dentro l’Isola felice per eccellenza. Il cuore del cuore siciliano. Tante comunità in una, crogiolo di storia, culture, luci, colori, biodiversità e meravigliosi paesaggi. Punto di partenza e di approdo per molti. Luogo in cui si nasce e da cui ci si diparte con la sempre accesa speranza e voglia di tornare. Chi ci cresce e si evolve sa cosa lascia e cosa vuole trovare.
E allora, perché non celebrarle degnamente? Perché non valorizzarle opportunamente? Perché non imparare a conoscerle e, ancor di più, apprezzarle?
Un territorio così vario e ricco non può consegnarsi alla vacua e spenta rassegnazione, allo spopolamento di massa, al mero oblio.
Tutto questo non può e non deve finire così. Quella che è stata ed è “casa” per molti può (e dovrebbe) diventare ideale “casa” per tutti. Per chi crede in progetti validi che non teme di realizzare. Per chi sa che nulla manca e tutto vi può trovare.
A volte, bisogna solo imparare a saper cercare. Spunti, stimoli, soluzioni, prospettive. Perché il Bello e il Buono non sono solo concetti filosofici vecchi da innovare, nozioni da personalizzare e adeguare ai tempi che corrono, volano e mutano; sono, anche e soprattutto, condizioni dell’ animo umano, tensioni dello spirito, predisposizioni dello sguardo, attitudini verso le cose e le persone.
La pagina nasce come un “esperimento” che risponde, però, a una precisa esigenza: quella di non crogiolarsi nello sterile lamento di chi ha paura di sperare, di chi non sa confidare perché non ha più la pazienza di saper aspettare.
Ci sono troppe cose stupende da sapere, scoprire e imparare, da saper gestire e non ignorare. Tante buone prassi da sottolineare ed emulare. Un patrimonio immane da non disperdere e sacrificare.
E allora, ripartiamo da qui: riflessione, idea, azione!
Perché non creare un ideale contenitore da riempire e organizzare? Per non dimenticare chi siamo e non perdere di vista cosa possiamo diventare, se ci crediamo e lo vogliamo.
Un polo attrattivo, non solo turistico ma anche a vocazione culturale e commerciale. Un posto a cui la Natura (e ci dovrà pur essere una ragione) ha voluto donare infiniti colori, diversi spessori, intelligenze vive e manualità rare.
Ri-abituiamoci a saper osservare, con distacco e disincanto, senza troppo cipiglio critico e polemico.
Ri-appropriamoci di quel fiero senso di appartenenza che non abbandonò mai chi fu costretto ad emigrare.
Apriamoci agli altri, con la certezza che la diversità non deve essere un limite che spaventa ma una fonte di ricchezza da condividere e saper coltivare.
Diamo vita a un collettore di idee, condivisioni, suggestioni, immagini, testimonianze, racconti, esperienze di vita vissuta e buone notizie (solo buone notizie!!!). Torniamo a confrontarci e a saper dialogare.
Smettiamola di essere lagnosi testimoni passivi del progresso e timorosi del cambiamento. Riacquistiamo fiducia in ciò che abbiamo e abbiamo sempre saputo fare, l’orgoglio di essere resistenti.
Presentiamoci in grande stile al mondo che, meravigliato, ci sta ad osservare. Preserviamo tutto l’incanto che possiamo tramandare.
Luciana Cusimano

redazione

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