Il declino delle Madonie:riflessioni di un attento lettore

“Il potere si deve gestire per servire le persone, questo è il punto. E non deve essere messo al servizio di chi lo gestisce. Non deve essere la magistratura a definire questo confine, ma è la politica rinnovata che bonifica e rende chiara questa distinzione. E tutto ciò avviene in primo luogo con la selezione della classe politica e con le regole di funzionamento interno delle forze politiche.  Il PD, il nuovo Pd che guido da poco più di un mese, farà di questo impianto culturale e di governo il discrimine assoluto della sua identità. Sarà la nostra vera prima rivoluzione.”

Questo dice il segretario del PD Nicola Zingaretti in una lettera mandata al quotidiano “La Repubblica” in risposta all’editoriale di ieri di Eugenio Scalfari. Sono fiducioso.

Stamattina di buon’ora ho fatto una “fotografia” della rappresentanza istituzionale nei Comuni madoniti, da Cefalù ad Alimena e da Valledolmo a Gangi. Bene, su 20 Comuni presi in esame 9 hanno Sindaci di ritorno, 7 sono al primo e 4 al secondo mandato. Dei 7 al primo mandato 2 hanno come vice il precedente Sindaco che aveva al suo attivo due Sindacature e due ricoprono la carica di Presidente del Consiglio dopo essere stati Sindaco o Assessore.

Il problema è politico, è di quella politica che sulle Madonie non è stata capace di rinnovarsi per responsabilità sicuramente non dei giovani ma di coloro che negli ultimi trent’anni hanno fatto terra bruciata attorno a loro. I Sindaci del territorio sono espressione esclusivamente di liste civiche, cioè un’insieme di persone con un progetto politico fragile e/o contraddittorio, Gangi Docet.

I problemi delle Madonie non provengono dall’Unione dei Comuni, dal Consorzio turistico, dalla SNAI, dalla Sosvima, dal Gal e chi più ne ha più ne metta, provengono dalla mancanza di un progetto politico di area vasta, da una visione del mondo legata al concetto di sviluppo e non a quello di progresso, non ha senso parlare di resilienza quando le Madonie sono oramai una grande Casa di Riposo. Il Parco delle Madonie non è una riserva indiana ma un’occasione straordinaria di sviluppo sostenibile che genera progresso. Bisogna fare presto se non vogliamo che oltre al danno dell’emigrazione giovanile ed alla desertificazione, si aggiunga la beffa di un assalto selvaggio al nostro territorio, la costa è satura,come è avvenuto in Liguria in questi giorni con una motivazione da incubo:

LA LIGURIA CANCELLA 540 ETTARI DI PARCO E 42 AREE PROTETTE:             

  ‘SI RIPOPOLA ENTROTERRA’.

FACCIAMOLA QUESTA CONFERENZA PROGRAMMATICA SULLE MADONIE!

FACCIAMOLA A CEFALU’ DAL VESCOVO CHE HA DIMOSTRATO INTERESSE PER IL NOSTRO TERRITORIO.

OGNUNO PORTI PROPOSTE NON PAROLE, CI CONFRONTEREMO E SICURAMENTE  CI SARA’ QUALCUNO DI BUONA VOLONTA’ CHE LE FARA’ SUE E LE PORTERA’ AVANTI.

“CHI DI SPERANZA CAMPA, DISPERATO NON MUORE”

Architetto Mario Ventimiglia

Castellana Sicula 15 Aprile 2019

redazione

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