A two-year-old Honduran asylum seeker cries as her mother is searched and detained near the U.S.-Mexico border on June 12, 2018 in McAllen, Texas. They had rafted across the Rio Grande from Mexico and were detained by U.S. Border Patrol agents before being sent to a processing center. The following week the Trump administration, under pressure from the public and lawmakers, ended its contraversial policy of separating immigrant children from their parents at the U.S.-Mexico border. Although the child and her mother remained together, they were sent to a series of detention facilities before being released weeks later, pending a future asylum hearing.

Lo scatto più bello dell’anno affronta il tema delle migrazioni. L’esposizione è itinerante e toccherà 150 paesi in tutto il mondo approdando dopo l’estate anche in Sicilia

Piange disperata perché sua mamma viene perquisita da un’agente dalla frontiera tra Messico e Stati Uniti. Emozione, cronaca, storia nello sguardo di una bambina honduregna di due anni appena. È lo scatto mondiale più bello dell’anno ed è firmato da John Moore quello che ha vinto il primo premio del World Press Photo. La cerimonia si è svolta ad Amsterdam, la città che ha dato vita al più importante concorso di fotogiornalismo al mondo organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955, ed è lì che inizierà il ciclo di mostre che già dalla fine del mese approderà in Italia. A settembre per il terzo anno consecutivo, infatti, la prestigiosa esposizione tornerà in Sicilia, a Palermo, in una nuova location ancora top secret.

I giudici hanno esaminato 78.801 fotografie di 4.738 fotografi da 129 paesi diversi. Presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione del National Geographic che si occupa di contenuti visivi, nella giuria anche il fotografo Neil Aldridge, la curatrice Yumi Goto, il fotografo di Getty Images Nana Kofi Acquah, Paul Moakley, responsabile dei progetti speciali di Time, la fotogiornalista Alice Martins e la fotogiornalista di Associated Press Maye-e Wong. Gli scatti sono stati selezionati tra i finalisti annunciati il 14 febbraio scorso. Come l’anno passato la fondazione olandese ha infatti presentato tutti i candidati finalisti e non direttamente i vincitori di ciascuna delle otto categorie in concorso.

La giuria ha premiato anche Pieter Ten Hoopen, vincitore del World Press Photo Story of The Year – premio assegnato per la prima volta quest’anno – grazie alla storia sulla carovana di migranti diretta negli Stati Uniti e partita dall’Honduras. Le foto vincitrici saranno esposte in tutto il mondo, a partire dal festival di due giorni che inizia oggi ad Amsterdam. Le prime tappe italiane, organizzate grazie all’impegno di Cime di Vito Cramarossa, saranno Bari, Torino e Napoli, oltre che Palermo che, nelle prime due edizioni, ha attratto più di 25mila persone.

In gara per il World Press Photo of the Year, oltre allo scatto “Crying Girl on the Border” di John Moore, c’era anche quello di un italiano, Marco Gualazzini, fotografo dell’agenzia Contrasto che alla fine ha vinto comunque nella categoria Ambiente, Storie, con un lavoro sulla crisi umanitaria nel Ciad. Anche il romagnolo Lorenzo Tugnoli ha vinto, lui nella categoria General News, Storie, con un lavoro per il Washington Post sulla tragedia umanitaria in Yemen. Nessun siciliano in gara quest’anno. Lo scorso anno, invece, il catanese Alessio Mamo ha vinto il secondo premio, nella categoria People.