Il Governo regionale non ha più scuse, anzi sta perdendo solo tempo. La politica in questi anni si è divertita nelle campagne elettorali a prendere letteralmente per i fondelli la categoria, purtroppo anche oggi ci troviamo in campagna elettorale, quindi non ci illudiamo affatto.
A parole hanno apprezzato la proposta dei Sindacati Cofederali, ma i lavoratori forestali non abboccano facilmente e non si sentono di festeggiare perchè tante altre volte hanno ascoltato lo stesso disco. Se per puro caso a qualcuno del Governo non piace la bozza di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, non ci sono assolutamente problemi: MI-GLIO-RA-TE-LA!
Penso che anche le OO.SS. saranno d’accordo.
Però la giornata del 5 aprile non può passare inosservata: si sono mobilitati 187 comuni, oltre 5 mila lavoratori forestali, 213 amministrazioni e consigli comunali. Le Madonie hanno risposto all’unanimità. Ma nel resto dell’isola è successo anche che le amministrazioni non contattate dai Sindacati, hanno chiamato spontaneamente a loro per essere coinvolti.
Si può e si deve uscire dal precariato.
Si sono spesi e si continuano a spendere miliardi di euro per la riparazione del danno e non si vogliono spendere molto ma molto meno per la prevenzione del danno.
Due esempi per tutti:
1) prevenzione del dissesto idrogeologico;
2) prevenzione degli incendi.
Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico la Sicilia sta pagando il prezzo più alto. Ci vengono in mente Giampilieri, Casteldaccia, il crollo del viadotto Himera e l’autostrada Palermo-Catania, tutte quelle strade comunali e provinciali ecc.
In tutto questo non c’è stata prevenzione, anche se i lavoratori forestali potevano e possono essere d’aiuto nella piantumazione degli alberi, nella pulizia dei torrenti, nella deviazione dei corsi d’acqua, nelle pulizie dei cigli stradali, cunette, ecc.
Per quanto riguarda gli incendi anche in questo caso la colpa è della mancata prevenzione. Sono ancora pochi quei comuni che rispettano le direttive sulle attività da porre in essere per la prevenzione e il contrasto di incendi boschivi e interfaccia. Se togliamo il pericolo risparmiamo sia in salute che nel portafoglio.
Per esempio: nel 2018, fino all’8 di agosto in tutto il territorio nazionale i mezzi aerei avevano operato sul fuoco per 886 ore, da premettere, il 90% in meno rispetto all’anno precedente (fonte protezione civile nazionale).
Ebbene, un ‘ora di Canadair ci costa circa 15 mila euro, invece un ora di elicottero sui 5 mila euro. Se moltiplichiamo il costo per le ore, allora la prevenzione conviene a tutti.
Quanti soldi sono stati spesi per non risolvere il problema? Perchè non c’è la volontà politica? Chi impedisce di far diventare la Sicilia in un bellissimo giardino? A mio avviso la questione forestale è squisitamente politica. Punto!
Sul tavolo hanno tutto quello che serve per dare dignità ai lavoratori forestali, ma soprattutto alla Sicilia. Hanno tutte le soluzioni per mettere in sicurezza il patrimonio forestale e il territorio siciliano. Da quello che è emerso, è che tutti i Sindaci di tutte le forze politiche sono stati entusiasti di questa iniziativa perchè si sono resi conto che in questi anni la forza lavoro dei forestali presso gli enti locali è stata ed è indispensabile.
Ecco in sintesi cosa prevede la proposta dei sindacati per i lavoratori forestali e la collettività:
Ci risulta che sul tavolo ci sono altre proposte presentate dalle sigle sindacali autonome degne di essere prese in considerazione, alcuni sono anche simili.
Il Governo non cerchi altre scuse e non rimandi la questione. Si fa presente che i lavoratori non vogliono assolutamente essere citati nella campagna delle Europee. I meriti vanno dati a chi mantiene le promesse e gli impegni, il resto sono chiacchiere.
Michele Mogavero
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