Facciamo oggi  il punto sulla situazione del PO di Petralia Sottana ed in particolare sull’UOS di ginecologia,di recente al centro di dibattito pubblico sul quale probabilmente  non è stato  tenuto in debito conto delle modalità di gestione della sanità sulle Madonie. Perché questa è la questione vera : comprendere il destino della sanità pubblica nel nostro territorio.

Il  punto-nascita del PO di Petralia Sottana,come è noto, è stato chiuso il 31 dicembre 2015, scelta sicuramente impopolare che la politica madonita non è riuscita a modificare nonostante  la richiesta di deroga.

 Il protocollo dell’ASP 6 ha previsto un periodo di transizione di tre mesi prorogabile a sei. Da allora (ed adesso siamo già a 39 mesi di chiusura del punto nascita) non è stato adottato altro provvedimento da parte dell’Asp 6. E’ continuato il servizio dei Dirigenti Medici h12 con pronta disponibilità notturna e festiva in doppio, assicurando l’assistenza alle urgenze afferite al PS con il trasferimento tramite ambulanza c/o il PO più idoneo per la patologia in corso o, in alcuni casi, per urgenze indifferibili, il trattamento chirurgico in sede. Tutto ciò fino a dicembre 2018  quando, è stato disposto di  ridurre la pronta disponibilità notturna e festiva ad una sola unità, annullando di fatto la possibilità di intervenire in caso di urgenze non differibili,  aumentando il rischio clinico in maniera esponenziale e la responsabilità medico legale del professionista di turno.Ne deriva la considerazione che,avendo chiuso il punto nascita e non potendo assicurare l’assistenza in condizioni di ordinarietà per definite ragioni  di sicurezza, siamo stati costretti a gestire le urgenze in regime di pronta disponibilità  con estrema precarietà di mezzi e di risorse umane. La dotazione organica in atto è costituita da tre dirigenti medici più la responsabile che assicura uno o due turni settimanali ovvero non assicura regolare turnazione, né come servizio ordinario, né in pronta disponibilità .Tale comportamento, in evidente contrasto con le norme contrattuali, ha generato evidenti differenze d’impegno quotidiano con sovraccarico delle tre unità rimanenti.L’attività di reparto ha subito un netto calo dal 2017, con l’aggravante che l’attività di sala operatoria  ( IVG,resettoscopie) è stata svolta in via esclusiva dalla responsabile lasciando ai colleghi solo l’attività ambulatoriale. Ne è  derivato un serio depauperamento professionale causa del malcelato malcontento espresso in più occasioni.  A novembre 2018 un dirigente medico, pur assunto per il PO di Petralia Sottana,è stato trasferito all’UOC di Termini Imerese,  per paventato depauperamento professionale, motivazione per cui tutti i medici dovrebbero chiedere il trasferimento( in realtà è stata trasferita per altre note motivazioni) La rete ospedaliera della regione Sicilia non prevede per la ginecologia del nostro PO né posti letto,né personale medico. In difformità a questa scelta politica l’ASP ha mantenuto in funzione l’UOS con carenza di personale e con la gestione delle urgenze in pronta disponibilità.E’ probabile che tutto ciò sia dovuto alle  pressioni della politica locale sulla dirigenza Asp che non riesce a trovare soluzioni adeguate: chiudere definitivamente l’UOS così come previsto nella rete o, in difformità alla rete, adeguare personale e risorse  consentendo alle pazienti di trovare  terapie adeguate  e al personale medico e paramedico di lavorare in condizioni di sufficiente sicurezza. Resta da sciogliere il nodo della politica che a livello regionale fa una scelta senza tenere conto delle condizioni del nostro territorio e la politica locale che non ha la capacità di incidere sulle scelte regionali,né l’ASP ha mai avuto in mente di affidare una mission di rilancio dell’attività della ginecologia del nostro presidio.  In tutto questo  chi ne fa le spese è l’utenza disorientata da informazioni sempre differenti e,a volte, in contrasto tra loro, ad una sanità gestita non secondo le esigenze di un territorio. L’unica logica che dovrebbe esprimere la dirigenza dell’Asp è garantire standard di sicurezza all’utenza ed al  personale sul posto di lavoro.

 Se ciò non verrà attuato in tempi brevi i nulla vieta che vengano intraprese azioni legali da parte degli interessati, nei confronti dell’azienda inadempiente. Su questi  e altri temi da qualche settimana si sta interessando anche  Il Movimento per la Ri-Crescita delle Madonie che in documento denuncia”carenze sanitarie inaccettabili”.