“A fronte della doxa rumorosa, della chiacchiera imperante e di una vera e propria anoressia del pensiero, urge imboccare la strada del rigore, abbassare il volume e dare il nome alle cose: illusi e urticati da troppe risposte e da troppo poche domande, da troppi perché causali e troppo pochi perché interrogativi. L’ars interrogandièpiùrara e più difficile dell’ars respondendi, ma più risolutiva”(I. Dionigi, Il presente non basta, Milano, Mondadori, 2016).

In questi termini cosìdensi Ivano Dionigi ‘fotografa’l’uomo del nostro tempo, totalmente appiattito sul presente, da cui ricava risposte e modelli senza piùla capacitàdi porsi delle vere domande. Il nostro presente èdominato dall’assenza del desiderio (anoressia) e contemporaneamente dal bisogno di novitàche si identifica con la verità; il nostro sguardo non riesce ad andare oltre e tendiamo troppo spesso a dimenticare che la realtàpuòanche andare diversamente da come va e che il futuro prima o poi busseràalle nostre porte.

 Occorre, pertanto, imparare a pensare e a leggere (intelligere) la complessità, a fronte della semplicitàe della crisi del pensiero critico. Interrogare i classici puòessere una via (la via?) da seguire, per riscoprire il debito dell’Occidente verso le civiltàgreca e romana, che ha riguardato tutti gli aspetti della cultura e non solo quelli “umanistici”. Forse la cultura classica, se profondamente rivisitata, puòassumere quel ruolo unificante svolto nel passato.

Mariella Rinaudo insegna latino e greco al Liceo Umberto I di Palermo; dottore di ricerca in Filologia greca, ha collaborato con la cattedra di greco della facoltàdi lettere di Palermo e si èdedicata a studi di semantica e di didattica del greco.