LO STRANO “CASO” DI CASTELBUONO NEL TEMPO PASSATO

Quando due mesi fa aprivamo, per gioco e sveltamente senza troppo riflettere, la pagina FB “Castelbuono nel tempo passato” non ci aspettavamo nulla.

Né tutto questo seguito, nè tutto questo affetto. Sì, affetto!  E di quello più puro, vero, autentico, genuino. Perché quando si aprono i cassetti della memoria e del cuore (uniti nel segno di #rapitiicasciuna), alla libera e fluida condivisione, non si può spiegare diversamente. Affetto per i propri cari, affetto per i propri ricordi, affetto per il proprio paese.

Quando, poi, in poco più di due settimane, abbiamo visto raddoppiare il numero dei nostri followers, senza fare nulla di speciale né adottare particolari strategie di social media marketing (non ne abbiamo alcuna competenza e ce ne scusiamo!), andando molto a cuore e sentimento, riempiendo sprazzi di tempo rubati ai ritmi incalzanti delle nostre giornate, siamo passati dallo choc allo stupore.

Quando abbiamo cominciato ad avvertire la condivisione empatica, la voglia di sapere e di ricordare i bei tempi che furono, la curiosità nostalgica per ciò che è cambiato e, forse, varrebbe la pena recuperare… beh, allora lì, abbiamo capito di essere dentro qualcosa di grande, sicuramente molto più grande di noi. Stiamo assistendo complici ad una vera e propria “operazione Memoria” dalla quale non possiamo né vogliamo più sottrarci. E non torneremo indietro perché siamo diversi e più ricchi rispetto a come vi siamo entrati.

Questo è ciò che, in estrema sintesi, sta succedendo. Pura emozione, che anche uno “strumento” freddo, immateriale, a tratti esibizionistico, come FB sa regalare, perché annulla le distanze fisiche e i pregiudizi personali. Questo è propugnare un uso intelligente dei social, saperli applicare correttamente al quotidiano, senza sovrapporli o sostituirli ad esso.

Un’ occasione di incontro tra anime vicine e lontane.

Sapevamo che di “castiddrabunisi” ce ne stanno “unu ogni paisi” ma non ci aspettavamo l’entusiasmo e la commozione degli emigrati (e dei loro figli e nipoti) che, a Castelbuono, sognano ogni giorno di tornare.

Sapevamo che, con tutte le sue criticitá e arroccamenti di pensiero, Castelbuono è sempre stata e resta una bella, fiera e orgogliosa realtà. Ma, forse, avevamo sottovalutato quanto bisogno sentisse di riappropriarsi del proprio passato o ne abbiamo incosciamente avvertito il muto grido, sentendocene parte attiva.

In un’ epoca, come quella presente, così incerta, confusa e contraddittoria è un dovere civico, prima che morale, quello di recuperare tasselli e tessere trame che ci servano a capire chi siamo e come lo siamo diventati per continuare a (r)esistere.

E, forse, sottovalutiamo le nuove generazioni (a cui, in fondo, ci rivolgiamo), apparentemente inerti e silenti ma che vogliono coltivare belle speranze. Per far sì che questo accada, bisogna gettare semi, segnare strade e solchi, imprimere orme da seguire e passi da imitare. Siete Voi i nuovi custodi del nostro destino!

L’archivio di foto e annedoti che stiamo raccogliendo e che non lasceremo tra le pieghe virtuali (statene pur certi!) è un dono, un patrimonio che vogliamo lasciare, un contributo alla nostra storia, un invito a migliorare.

Memori di un passato che non passa ma che sa eternarsi, senza vacui rimpianti e canaglia nostalgia. 

Grazie!

Continuate a seguirci alla pagina FB Castelbuono nel tempo passato.

Contattateci all’ indirizzo di posta elettronica castelbuonopassato@gmail.com

redazione

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